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A volte, guardare indietro, lasciare emergere frammenti del nostro passato non significa consegnarsi alla nostalgia. È, piuttosto, un atto che contiene in sé qualcosa di sacro, come preservare dalla corruzione del tempo e dallo svanire della memoria tutto ciò che ha contribuito a farci diventare chi siamo, a sgomitolare il filo rosso del nostro cammino e, quindi, destino. E un destino eccezionale è quello toccato in sorte all’autore di questo volume, Luciano Caprile, che nel suo lungo peregrinare di scrittore d’arte ha avuto la fortuna di dialogare – e, sovente, di stringere amicizia – con i più importanti artisti e letterati del novecento. Carnet de voyage è la raccolta di questi incontri, di questo – contemporaneamente, piccolo e grande – patrimonio personale generosamente donato ai lettori. Un insieme di ricordi che l’abile penna di questo viaggiatore attento, spesso, risolve in aneddoti, in registrazione di una confidenza, di un guizzo del pensiero, di un comportamento insolito, stravagante, o semplicemente inaspettato dei protagonisti, con il risultato di renderli più umani e a noi più intimi.