Una singolare rassegna si focalizza sui volti all’epoca della XXVI dinastia Saite risalenti al 664-526 a.C.
Ancora una volta il J. Paul Getty Museum costruisce la propria attività sul recupero trasversale del messaggio che l’arte porta con sé: ciò significa comprendere e metabolizzare il linguaggio di un passato anche molto lontano dal contemporaneo al fine di evidenziarne la contingente e congenita attualità.
In esposizione fino al 25 gennaio 2027, presso le sale della Getty Villa e in collaborazione con il British Museum di Londra, la rassegna sulla scultura di un Antico Egitto sempre più sorprendente: ritratti in pietra dalla sconvolgente umanità, risultato di quella intensa rinascita culturale e di rinnovamento artistico in atto durante la XXVI dinastia (dinastia Saite, 664-526 a.C.).
Da un lato uno stile istituzionale votato da sempre al rapporto tra uomo e divino; dall’altro, l’attenzione per l’individuo stesso e, di conseguenza, per la società tutta di un Regno che sorge sulle vestigia di un passato glorioso ma che ha molto più da riflettere sul proprio presente.
L'ESPOSIZIONE NELLA GETTY VILLA È STATA ORGANIZZATA IN COLLABORAZIONE CON IL BRITISH MUSEUM DI LONDRA
Poco più di un secolo di rivolgimenti culturali e intellettuali si mostrano dunque nella serie dei lavori presentati: è il secolo delle grandi civiltà del Mediterraneo, dell’ascesa degli etruschi e soprattutto di Roma nell’Italia centrale, di una Grecia in fervente espansione, di una Cartagine ormai padrona delle acque; ma è anche il secolo del re assiro Assurbanipal e del suo celebre palazzo a Ninive.
Nelle opere in esposizione, ogni influenza confluisce nell’altra, generando uno stile composito che recupera al medesimo contesto la staticità ieratica dell’antico regno, la grandiosità delle masse mediorientali e, soprattutto, la straordinaria umanità propria di quella che poi sarà l’arte classica greca, ancora fondamentalmente dorica in patria ma già avviata verso uno sviluppo moderno dei propri stilemi.
POCO PIÙ DI UN SECOLO DI RIVOLGIMENTI CULTURALI E INTELLETTUALI SI MOSTRANO NELLA SERIE DEI LAVORI PRESENTATI
La portata dell’esposizione alla Getty Villa è quindi assai chiara: una retrospettiva sulla globalizzazione concettuale e didattico-stilistica all’interno di una cultura egizia all’apice della propria sensibilità estetica, tutta giocata sulla comprensione e sulla restituzione di stilemi provenienti tanto dalle culture limitrofe quanto dal proprio passato.
A ciò, i maestri egizi assegnano un profondo valore di unicità, assai poco monumentale se non nella misura della grandiosità dell’idea, in un serrato connubio di forza e presenza.
RILIEVI SCOLPITI, STATUETTE E SARCOFAGI, VOLTI DI GIOVANI, DI FEDELI, DI FUNZIONARI CHE RITORNANO ALLA VITA
Uomini e donne riemergono così dalla pietra in tutto il loro splendore, rilievi scolpiti, statuette e sarcofagi, volti di giovani, di fedeli, di funzionari che ritornano alla vita non più solo come simboli ma come esseri umani con le proprie passioni, con i propri pensieri, con la certezza assoluta di far parte di un qualcosa di più grande.