Nell’atmosfera di contemplazione del luogo sacro, il trittico Angeli e demone ci interroga
Creare nello spazio è un’arte che Elvino Motti possiede alla perfezione, come se il corpo vivo delle sue sculture sposasse la trasparenza dell’aria.
È a questo esercizio che si è impegnato ancora una volta nel trittico Angeli e Demone, scolpito in una materia che sembra sciogliersi nell’impalpabilità dell’atmosfera, delineandosi nei contorni di tre sagome esili (due angeli e un demone), la cui diafana delicatezza induce un filtro tra il visibile e l’invisibile, senza disturbare la visione.
La scultura è spesso vista come un ostacolo, tanto per la sua presenza fisica che per la sua materialità. Elvino, però, lavorando sulle superfici traslucide del cristallo sapientemente modellate, delimita volumi che, di certo, si realizzano nella loro realtà concreta ma tendono a sbiadire, lasciando che la luce e lo sguardo penetrino, in una lettura più grafica, tutta di illusione e di sfumatura.
Il materiale traslucido raggiunge la dimensione spirituale attraverso l'interpretazione religiosa data dall'artista alle 3 sagome
La pienezza del materiale traslucido, che è il metacrilato, spesso utilizzato in altri lavori, raggiunge la dimensione spirituale conferita dall’interpretazione religiosa che l’artista ha dato a queste tre esili silhouette.
La fragilità delle forme attraversate dalla luce che sembra ondeggiare dall’interno è un condensato di leggerezza e di trasparenza, animato dai movimenti e dai ritmi sottili di uno spazio-tempo sospeso in un confronto mitologico tra il male e le forze del bene.
Simili a organismi viventi che irradiano vita interiore, queste opere proiettano la loro forza in una lotta simbolica che va avanti dall’eternità dei tempi.
Qui, come nell'Apocalisse nell'episodio dell'arcangelo San Michele, gli angeli trionfano
I due angeli raggianti, trasfigurati dall’esplosione di una luce direzionale azzurra, incorniciano la figura imprigionata dell’angelo decaduto, lo spirito del male, che in un fiammeggiante rosso cristallino quasi in movimento si trasforma in un corpo torturato assorbito dalle fiamme dell’inferno.
Qui gli angeli trionfano sul male, come l’arcangelo San Michele e le sue legioni che uccisero il Drago, secondo gli scritti dell’Apocalisse.
Ma questa guerra fratricida tra gli Angeli celesti non sembra mai finire, il male anche se in gabbia, regna ancora, richiedendo in ogni occasione di essere combattuto.
Un condensato di leggerezza e trasparenza, animato dai ritmi sottili di uno spazio-tempo sospeso, fa riflettere sulle forze del bene e del male
È questo il messaggio di Angeli e Demone. La modernità della tecnica esecutiva non ostacola la verità immutabile, lo slancio di speranza che le sculture trasmettono, sorrette in ciò dall’imponente sacralità del luogo che le accoglie: il Battistero di Santa Maria del Tiglio di Gravedona (Como).
In questa atmosfera di contemplazione, l’atemporalità del messaggio spirituale si unisce, grazie alla scultura di Elvino, a una modernità che ci interroga.