È appena uscito per i tipi de Gli Ori l’autobiografia di Zaborov

MEMORIE DI BORIS

A cura della casa editrice Gli Ori, con il coordinamento editoriale di Paola Gribaudo e tradotto da Claudia Sugliano, in "Impasse Poule, 13" Boris Zaborov si racconta.

L'artista di origini sovietiche, trasferitosi a Parigi dal 1981, raccoglie in questo volume imperdibile per gli studiosi e gli amanti dell'arte i ricordi di una vita. Una carriera coronata dall’esposizione del proprio autoritratto (L'artista e la sua modella) nel 2008 alla Galleria degli Uffizi a Firenze, contribuendo a una tradizione riservata ai personaggi illustri e iniziata dal cardinale Leopoldo de' Medici. Il linguaggio di Zaborov, malinconico e meditativo, trova negli anni svariate modalità di espressione, dal teatro al cinema come scenografo e costumista, dalla pittura all’incisione alla grafica alla scultura. Una corposa lista di personali e collettive tra le maggiori istituzioni europee, americane, asiatiche e russe sancisce il percorso dell'artista che dà prova della sua versatilità padroneggiando acrilico, pastello, matita, incisione e fusione.

Nasce a Minsk nel 1935, da dove la seconda guerra mondiale costringe lui e la sua famiglia ad andarsene, trovando una città inevitabilmente provata al ritorno. Studia inizialmente alla Minsk Fine Arts School, si trasferisce a Leningrado all'Accademia di Belle Arti nel '53 per poi proseguire il percorso formativo al Surikov Art Institute di Mosca. La dolorosa decisione di trasferisi in Francia, alimentata dalla libertà negata dal regime sovietico, è la salvezza della sua creatività. Il distacco, la nostalgia, le vecchie foto di famiglia in valigia sono elementi che si ritrovano nelle opere poetiche e profonde. Ritratti lontani dalle atmosfere rarefatte, sospesi nel tempo e nello spazio e la sensazione che ogni piccolo suono o movimento possa polverizzare il fragile equilibrio del ricordo sono la cifra dell'artista, nominato Cavaliere dell'ordine delle arti e delle lettere a Parigi e Accademico onorario a Mosca.

Dello stesso sapore è il suo stile narrativo, scorrevole e delicato, puro e in punta di piedi come un bambino che si inoltra a ritroso nelle cantine della memoria. Non mancano aneddoti originali, come l'incontro in Urss nel cinema “Velikan” nel '56 con Gina Lollobrigida, che lo bacia, irrevocabilmente nel suo cuore, su una guancia, rinnovato 50 anni dopo nello studio di Novello Finotti.

Impasse Poule, 13
Boris Zaborov
Gli Ori
Coordinamento editoriale Paola Gribaudo
Traduzione di Claudia Sugliano
pp. 333
35 euro

 

The Author

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Freelance journalist and editorial assistant. From linguistic studies she bounces to those of engineering and arrives, through a process of kinetic liberation, to digital marketing. Performing at a gallery in Pietrasanta she meets the director of AW ArtMag in 2019 to which she binds professionally, combining the Stendhal syndrome for Boltanski to the excitment for editing. In the office, she is tête-à-tête with the PC. At home, she looks out of her window, thinking, writing and planning the next reportage.

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