Tokyo, Kanazawa, Naoshima, Osaka: un giro alla scoperta di un paese dove cultura orientale e occidentale si fondono
Nel XVIII secolo, era gran moda per l’aristocrazia europea intraprendere un viaggio in Italia per scoprire le origini della propria cultura e prendere ispirazione per la loro produzione artistica: era il Grand Tour.
In questi primi decenni del XXI secolo, il paradigma culturale è cambiato e l’arte nata dalla rivoluzione delle avanguardie artistiche ha spazzato via ogni frontiera, creando una nuova grammatica percettiva che ha annullato polverose gerarchie e proiettato civiltà lontane come nuovi riferimenti culturali. È questo il caso del Giappone che, negli ultimi decenni, ha saputo imporre il proprio soft power al mondo, divenendo oggi una meta d’ispirazione.
E il nostro Grand Tour comincia dalla capitale giapponese. Tokyo è una città immensa che ricorda tutte le tappe della storia del paese: la secolare contrapposizione tra l’impero e gli shogun, gli scambi con la Cina e la Corea, il sincretismo tra lo shintoismo e il buddismo, il fascino dell’Europa e degli Stati Uniti, l’evoluzione tecnologica rapida ed esponenziale, fino alla fusione che la cultura giapponese ha saputo operare tra le proprie radici e la cultura occidentale.
NAOSHIMA OSPITA DECINE DI OPERE D'ARTE DISSEMINATE NEL TERRITORIO
Una condizione di equilibrio creativo si manifesta in ogni cosa: nei grattacieli che si accompagnano ai tradizionali templi di legno, nelle giacche e cravatte affiancate ai kimono, nei manga che attualizzano le forme delle antiche stampe e il gusto per la calligrafia, nei musei disseminati nella città. Il National Art Center, il museo d’arte moderna e contemporanea del quartiere di Minato, propone la mostra “Reijiro Wada: Forbidden Fruit” e “Henri Matisse - Forms in Freedom”.
Al Museum of Contemporary Art di Tokyo, una grande mostra su David Hockney lascia il posto a quella su Yasuko Toyoshima. Al Sumida Museum, il museo firmato dagli architetti SANAA, il grande protagonista è Katsushika Hokusai, il pittore e incisore giapponese divenuto ormai un riferimento mondiale. Sempre di SANAA è il 21st Century Museum of Contemporary Art di Kanazawa, a qualche ora di shinkansen, i treni ad alta velocità giapponesi.
Un centro d’arte innovativo senza percorso che lascia allo spettatore la libertà di muoversi tra le opere sperimentali degli artisti del XXI secolo. Di nuovo in shinkansen e poi in nave per raggiungere l’isola di Naoshima, situata nel mare di Seto tra le coste di Kagawa e Okayama. La piccola isola è stata convertita in un centro artistico e culturale dal gruppo Benesse, il colosso giapponese dell’educazione, e ospita decine di opere d’arte disseminate sul territorio e musei d’arte moderna.
IN GIAPPONE, UNA CONDIZIONE DI EQUILIBRIO CREATIVO SI MANIFESTA IN OGNI COSA
Tra di essi spiccano i musei progettati dall’architetto Tadao Ando: la Benesse House, il Lee Ufan Museum, la Valley Gallery e il Chichu Art Museum, un edificio costruito sottoterra, le cui opere in mostra sono illuminate esclusivamente dalla luce naturale.
Un’architettura che pone l’accento sulla convivenza tra l’uomo e la bellezza della natura. Un equilibrio essenziale per la cultura giapponese che si ritrova nei giardini, negli spazi verdi, nei templi, nelle montagne che costituiscono la spina dorsale dell’arcipelago.
Il viaggio termina a Osaka, visitando il Nakanoshima Museum of Art, il monolite nero dell’architetto Katsuhiko Endo, tra gli aceri del Giappone, rossi in un autunno ancora caldo che lascia poco a poco il posto al freddo di un inverno mite. Il tempo è sospeso. L’acqua scorre nella canna di bambù fino ad appesantirla e a farla cadere col rumore di una goccia. E l’aereo di ritorno verso l’Occidente attende il nostro destino.