Palazzo blu ospita la mostra “Hokusai” (a cura di Rossella Menegazzo): una selezione di opere provenienti dal Museo d’arte orientale Edoardo Chiassone di Genova e dal Museo d’arte orientale di Venezia, oltre che da diverse collezioni private. Hokusai, maestro dell’arte xilografica del XIX secolo, è noto per opere iconiche come La grande onda di Kanagawa e per l’influenza esercitata su impressionisti e post-impressionisti. La rassegna approfondisce il contesto storico dell’era Meiji, che vede l’occidentalizzazione del paese a partire dal 1868. Ed è proprio da questo momento che si alimenta il fenomeno del giapponismo in Europa. Rispetto al precedente isolazionismo politico, commerciale e culturale, l’arte giapponese ora si esprime attraverso le immagini dell’ukiyo-e, letteralmente: “mondo fluttuante”. La nuova corrente trascende gli usi e i costumi della precedente cultura nipponica, l’arte, da raffinata e riservata alle élite colte, diventa accessibile al grande pubblico e al mercato. L’esposizione intende esplorare il contesto socioeconomico e il ruolo svolto dall’ukiyo-e nella promozione di una estetica condivisa e universale. Le prime sale sono dedicate alla produzione più prolifica del maestro: vedute (Meisho) di templi, ponti, e paesaggi montani, tra cui il Fuji, protagonista della serie delle Trentasei vedute del monte Fuji. Le miniature richiamano il vedutismo veneziano per la minuziosità dei dettagli, sebbene caratterizzate da uno stile fugace e quasi impressionista. In rassegna anche xilografie di diversi altri autori, allievi e non, di Hokusai. Si passa da rappresentazioni erotiche e pornografiche, chiamate shunga, alla delicata produzione di arazzi. Seguono i Surimono destinati a una committenza raffinata, con ritratti di letterati e poeti. Si tratta di opere particolarmente ricercate e rare per la prima volta proposte in una unica esposizione. Un capitolo a parte è quello dei manga, manuali da disegno che hanno fortemente influenzato gli artisti europei. Non manca, infine, il dialogo con il contemporaneo, con l’esposizione dei più noti artisti pop giapponesi. In contrasto con la frenesia di oggi, il visitatore qui è invitato a rallentare e lasciarsi trascinare da questi mondi fluttuanti che aprono finestre su paesaggi rarefatti, specchio di una società chiusa, ma desiderosa di esprimersi e di studiarsi, agli antipodi rispetto a quanto accade nell’attuale Giappone.