un Canova mai visto • Padova: In mostra al Museo Diocesano

Dal ritrovamento del vaso cinerario della contessa Louise von Callenberg alla collezione di 3.600 monete dell’antica Roma, fino a calchi, gessi, incisioni, stampe

Il Museo diocesano ospita “Il Canova mai visto, Opere del Seminario vescovile e della Chiesa degli Eremitani” (a cura di da Andrea Nante, Elena Catra, Vittorio Pajusco, 8 marzo – 8 giugno).

Antonio Canova (Possagno, 1 novembre 1757 – Venezia 13 ottobre 1822) indicato dai contemporanei come il nuovo Fidia, si trasferisce a Roma nel 1779. Qui entra in contatto con l’arte neoclassica sulle orme di Anton Raphael Mengs e su quelle delle scoperte archeologiche di Johann Joachim Winckelmann. Un successivo viaggio a Pompei, Ercolano e Paestum, lo porterà alla creazione delle sculture più significative: Teseo e il Minotauro, Eros giovinetto, Amore e Psiche, Ebe, Venere e Adone, Ercole e Lica, Le Tre Grazie. Elemento centrale di questa mostra la riscoperta di pezzi inediti e rari, tra cui il Vaso cinerario della contessa Louise von Callenberg, proprietà della parrocchia degli Eremitani in Padova, originariamente collocato negli spazi esterni della chiesa. La scultura in marmo, realizzata tra il 1803-1807, data per distrutta dai bombardamenti del marzo 1944, è stata recentemente ritrovata negli ambienti della parrocchia. Nelle sale, anche la ricomposizione del monumento funerario dell’architetto Giannantonio Selva e dello scultore Domenico Fadiga: un cippo a sostegno del lavoro di Canova su cui campeggiava una scritta attribuita a Johann Wolfgang von Goethe, una stele con l’epigrafe redatta dall’abate Stefano Antonio Morcelli e sette candelabre con altrettante iscrizioni di personaggi illustri, anch’esse protagoniste di una vicenda di recupero ricostruita nell’esposizione. La rassegna prosegue con la  collezione di stampe Manfredini, una sezione di documenti, lettere e scritti del fratello, monsignor Giovanni Battista Sartori Canova (di cui quest’anno ricorrono i 250 anni dalla nascita), una raccolta di 3.600 monete dell’antica Roma, calchi, gessi, incisioni, stampe, dipinti.

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