Napoli • Al Madre è di scena Lawrence Carroll
In esposizione 80 opere realizzate nel corso della sua trentennale carriera
Il museo Madre ospita la prima grande retrospettiva di Lawrence Carroll dopo la scomparsa avvenuta nel 2019. In esposizione fino al 5 settembre 80 opere realizzate nei 3 decenni di carriera dell'artista di Melbourne.
Carroll si trasferisce a New York nel 1984 per lavorare come grafico e illustratore e inizia a sperimentare la pittura interpretandola in maniera. Si dimostra subito un pittore fuori dagli schemi e non assimilabile ad alcuna corrente.
Incontra i protagonisti della pop art, della minimal art e del new dada e riesce a coglierne l'essenza virando verso una pittura di azzeramento.
IN RASSEGNA OGNI LAVORO RICHIAMA
QUELLO ACCANTO E SUGGERISCE NUOVE CONNESSIONI.
Si potrebbe dire che Lawrence Carroll è il bianco, così come Klein è il blu e Kapoor è il nero.
Nella mostra curata da Gianfranco Maraniello si percepisce l'austerità e al tempo stesso il candore di una pittura che indaga gli strumenti stessi del fare pittura. Fosse nato in Italia lo avremmo chiamato "pittore analitico", ma da cittadino del mondo qual è lasciamo che sia lui a definire il suo lavoro. "Nella mia pittura le forme sono sempre mutevoli, la loro stessa collocazione nello spazio cambia, questa inquietudine di pensiero e di spirito è ciò che in un certo senso rende vive le mie opere e le tiene in movimento". Carroll guarda agli artisti che lo hanno anticipato in ricerche analoghe. Oggetti, supporti, strategie compositive e organizzazioni formali da un lato non sono novità teoriche, dall'altro dimostrano la sua capacità di metabolizzare e riformulare i linguaggi novecenteschi fino a emergere con la sua identità.
"QUESTA INQUIETUDINE DI PENSIERO E DI SPIRITO È CIÒ CHE
IN UN CERTO SENSO RENDE VIVE LE MIE OPERE E LE TIENE IN MOVIMENTO"
Si può avvertire nell'utilizzo dei tessuti grezzi l'eco di Alberto Burri e di Jannis Kounellis e quello di Cy Twombly e Robert Rauschenberg nell'utilizzo del bianco e del segno.
L'allestimento non segue un ordinamento tematico o cronologico, ma elettivo, che Aby Warburg avrebbe definito "del buon vicinato". Ogni opera richiama quella accanto e l'ambiente suggerisce nuove connessioni. Al primo posto troviamo le opere e il rapporto emozionale con l'osservatore. Conclude Maraniello: "Realizzare oggi una mostra di Lawrence Carroll significa restare fedeli alla sua inquietudine, corrispondere alla vitalità di opere che continuano a cercare il loro luogo dove vivere interrogando le incessanti possibilità della pittura".
Lawrence Carroll
Napoli
Museo Madre
A cura di Gianfranco Maraniello
Fino al 5/09