La collezione Panza compie vent’anni

 

Pubblicati per l’occasione dal FAI e da Skira due volumi in cofanetto

Legati a quell’esercizio della memoria che, nell’attualizzare il passato, proiettandolo oltre, evidenzia il continuum agostiniano, ci piace che, a venti anni dall’apertura al pubblico di Villa Menafoglio Litta Panza  a Varese e a dieci dalla scomparsa di Giuseppe Panza di Biumo, grazie alla collaborazione della sua famiglia e all’impegno del FAI, venga ripubblicato in un cofanetto, con l’aggiunta di un secondo tomo, il volume Skira che il collezionista e mecenate milanese aveva costruito in prima persona per raccontare la sua passione per l’arte. Una sorta di vero e proprio percorso visuale che, in 238 pagine, gli essenziali testi dello stesso Panza di Biumo e le eccezionali fotografie di  Giorgio Colombo, attraversa l’arte del XX secolo dalla minimal al concettuale, al site specific e alla percezione, alla forma vitale, al colore, grazie alle oltre 150 opere di artisti americani, ispirate ai temi della luce e del cromatismo, che convivono  in armonia con gli ambienti antichi, gli arredi rinascimentali e le preziose raccolte di arte africana e precolombiana, oltre che con gli spazi esterni della Villa, nel 1996 donata al FAI da Giuseppe e Giovanna Panza di Biumo per renderla accessibile a tutti.

Partendo dall’Untitled di Hubert Kiecol nel Portico e da Dear to Saturn (Sapphire)  e Quicksikver Shift di David Simpson nel Salone Impero al piano terra, per poi muoversi pagina dopo pagina e quindi  chiudere con Section of Silence, Ending the Night e Giving Birth le tre opere di Franco Monti nel Giardino a fianco dell’esedra. Avendo negli occhi, però, Requiem di Max Cole nella Sala da pranzo al piano terra, gli Untitled di Phil Sims nell’Ingresso al primo piano, See of Dreams di Allan Graham nell’Ala sud del primo piano, Ali, Grigio Neutro e Vaso di Ettore Spalletti nell’Ala nord sempre al primo piano, le variazioni cromatico/luminose degli Untitled e del Varese Corridor di Dan Flavin oltre che il Varese Scrim di Robetrt Irwin  e  Sky Window di James Turrell nell’Ala delle scuderie al primo piano, fino a Slipped Cone with Flat Top di Meg Webster nell’Ala delle scuderie al piano terra e Varese Room di Maria Nordman nella Rimessa delle carrozze nell’Ala delle scuderie al piano terra.

Oltre che le foto di Giorgio Colombo dei tre comodati dalla Collezione: “La Collezione Panza di Biumo Artisti degli anni ’80 – ‘90” nel Palazzo Ducale di Gubbio (1998-2003), “Monochromatic light artisti americani ed europei della Collezione Panza” nel Palazzo Ducale di Sassuolo (2001-2006) e “Opere d’Arte Moderna della Collezione Panza” nel Palazzo della Gran Guardia di Verona (2002-2010) e di “Arte Minimal de la Colleciòn Panza” nel Centro de Arte Reina Sofia di Madrid (1988), la prima delle tre  indimenticabili mostre dalla Collezione, seguita da “The  Legacyof a Collector: the Panza di Biumo Collection at the Museum of Contemporary Art” nel MOCA di Los Angeles (1999-2000) nelle foto di Brian Forrest, e da “Percepciones en transformaciòn. La Collecciòn Panza del Museo Guggenhein” nel  Guggenheim di Bilbao nelle foto di Erica Barahona.

“Addenda 2002-2020”, l’altro volume del cofanetto, racconta quanto accaduto nella Villa negli ultimi venti anni, e lo fa attraverso “Una vita in questa casa” la premessa di Marco Magnifico, Vicepresidente esecutivo del FAI che narra come si viveva nella “casa” dello zio Beppe, “Villa e Collezione Panza 2002-2020” l’ampio ed organico testo di Anna Bernardini arricchito da alcune foto storiche e le immagini delle nuove acquisizioni e degli allestimenti. Dall’Office al primo piano con gli Untitled  di Lawrence Carroll a Bogenform und kleine Erhebung di Christiane Lohr nell’Ala sud al primo piano,  a Sight Unseen di James Turrel nella Scuderia grande al piano terra dell’Ala delle Scuderie, a The Slope di Bob Verschueren nel Terzo parterre del Parco, a New York, November, 2011 I,II,III,IV,V nella Scuderia dei cavalli da sella al piano terra dell’Ala delle scuderie, al Cone of Water di Meg Webster nella Corte d’onore nel Parco, a A House for Giuseppe Panza di Robert Wilson nel Secondo parterre del Parco, a  Looking Outward di Sean Scully nella Serra nel primo parterre del Parco. Il lungo elenco delle mostre a Villa Panza: da “Giovanni Segantini. Luce e Simbolo 1884-1889” (2000-2001) a  “Sean Scully. Long Light” (2019-2020), le quattordici voci di un’organica bibliografia e i doverosi crediti fotografici completano il volume.

 

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He’s been talking about art (many times even about its different relationships with the applied science) since the early 60’s and he always had dealings with the artists directly. Lecce, Bologna and Urbino are the places where he was formed. Rome, Turin and Naples the places where he took action. Free and creative, he has lost the count of the holes in a canvas, he broke a napoleon glass for freeing a captured fly, he experienced 1968 and debated about it, he has an endless Calendar full of words, he burnt down on a pyre papier-mâché horses, and… Thirty years ago, bearing in mind Minotaure, he invented “ARTE&CRONACA”.

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