Una mostra ambiziosa, che con 250 opere ripercorre la storia del movimento
Ci sono movimenti artistici che segnano una tappa fondamentale nella storia dell’arte, ed è questo il caso dell’arte povera.
La Bourse de Commerce – Pinault Collection le dedica, fino al 20 gennaio 2025, un’ambiziosa mostra e ne ripercorre la nascita in Italia, lo sviluppo e l’eredità internazionale.
La curatrice Carolyn Christov-Bakargiev, già direttrice del Castello di Rivoli, ha raccolto 250 opere dei suoi tredici principali protagonisti: Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio, a cui si aggiungono nuove commissioni, affidate sia ad artisti del gruppo storico che ad artisti internazionali delle generazioni successive, la cui creazione dialoga con il movimento.
Obiettivo dell'arte povera è contrastare le forze disumanizzanti del consumismo e riprendere possesso della realtà
L’arte povera è stata esposta per la prima volta da Germano Celant nel 1967. Nel contesto del boom economico dell’Italia del dopoguerra e della predominanza della scena artistica americana, l’obiettivo del movimento era inventare un nuovo rapporto con il mondo, contro le forze disumanizzanti del consumismo, riprendendo possesso della realtà.
Gli artisti introducono materiali naturali e rurali (la terra, l’acqua, il carbone, gli alberi, i corpi vivi) accanto a quelli artificiali e urbani (lastre d’acciaio, travi in legno, tubi al neon). L’arte viene intesa come una forma di pratica empirica piuttosto che una filosofia astratta, per incarnare la comprensione soggettiva del mondo attraverso l’esperienza esistenziale.
Questa mostra alla Bourse de Commerce rappresenta una sfida, uno scambio fra artisti, luogo e pubblico
Celebrando in modo olistico l’intero spazio in cui l’arte è dispiegata, questi artisti hanno contribuito allo sviluppo dell’installazione: gli spettatori diventano parte dell’opera con la loro presenza.
Il percorso fa dialogare una cinquantina di opere emblematiche della Collezione Pinault con quelle di altre collezioni prestigiose, ed è stata pensata per le sale del museo.
Esporre l’arte povera è una sfida, uno scambio continuo tra gli autori, il luogo e il pubblico. La Rotonda della Bourse de Commerce è uno spazio al contempo centrale e intermedio, tra l’esterno e l’interno, e accoglie la dinamica collettiva.
Ora, l'arte viene intesa come una forma di pratica empirica piuttosto che una filosofia astratta
Così, in tutti gli interstizi della Bourse de Commerce, dodici artisti contemporanei, la cui pratica costituisce una forma di risonanza all’arte povera, ne proseguono la storia: da David Hammons, William Kentridge, Jimmie Durham, Anna Boghiguian negli anni ‘80 a Theaster Gates, Pierre Huyghe, Grazia Toderi, Adrián Villar Rojas negli anni ‘90, fino a Garcia Torres, Renato Leotta, Agnieszka Kurant, Otobong Nkanga e D Harding.