De Stijl, neoplastico, astratto, mistico, teosofo e antroposofo: difficile restituire a parole la sua semplicità
De Stijl. Neoplastico. Astratto. Mistico? Teosofico e antroposofico. È quasi impossibile per le parole riuscire a restituire la semplicità di Mondrian. Complicano sempre tutto, troppo, le parole. Dovrebbero cadere gli aggettivi. Dovrebbero cadere i sostantivi. E le metafore dovrebbero cadere, cadere come foglie in autunno. Affinché le ramificazioni si facciano linee. E le linee piccoli confini che custodiscono idee, che sono poi stati d’animo, e qualcosa di più, cui solo l’astratto può alludere.
Apre a una nuova stagione e fa strabordare l'arte dai suoi confini
Ci sono artisti che segnano il culmine di un’epoca: in Picasso, in Kandinskij è tutta la storia che li ha preceduti a esprimersi. Questi artisti, in un certo senso, non lasciano eredi: non possono essere imitati ed esprimono un’arte, che pur non essendo nata con loro, muore con loro. Segnano la conclusione e il culmine di una stagione artistica.
Altri artisti, come Mondrian, devono essere imitati, nel senso che è del tutto impossibile non farlo, sono inevitabili per chi viene dopo; e non sono un culmine, quanto un’apertura: aprono una nuova stagione e fanno strabordare l’arte dai suoi confini. Minimalismo, Bauhaus, arte concettuale: che cosa sarebbero senza le esatte geometrie di Mondrian? Moda, design, grafica: anche quando le Composizioni dell’artista olandese non sono esplicitamente imitate, come nei vestiti di Yves Saint Laurent, lo sono implicitamente.
Ci si chiede che cosa sarebbero minimalismo, Bauhaus e concettuale senza le sue geometrie
In uno dei primi esperimenti di “arte” generata da un computer, ai Bell Laboratories nel 1966, a circa 100 lavoratori vennero presentate la Composizione con linee (1977) e una riproduzione generata da un computer. Circa il 59% preferì l’immagine generata dal computer. Si potrebbe concludere, giustamente, che gli informatici non capiscono nulla di arte (d’altra parte chi scrive è anche un informatico). O si potrebbe concludere, altrettanto giustamente, che le geometrie di Mondrian hanno poco o nulla a che fare con la randomica generazione di linee di un computer.
In ogni caso l’episodio dimostra come persino i computer siano dovuti passare per l’esame di Mondrian, lungo una strada che avrebbe fatto felice Platone, dall’imitazione all’astrazione. Platone, infatti, di artisti che imitavano cose reali e poeti non sapeva che farsene. E, fuori dalla sua accademia di filosofia, aveva fatto scrivere che l’ingresso era vietato a chi non conosceva la geometria. Più di due millenni dopo, sarebbe il caso di includere circa il 59% dei lavoratori dei Bell Laboratories.