Il poeta della luce - Il lungo percorso creativo di Riccardo Guarneri

A 20 anni, suona chitarra e contrabbasso e già dipinge. Dal ’58, si dedica totalmente alla pittura che non lascerà mai più

Alchimista della luce e del colore, capace di attraversare epoche e correnti senza perdere la propria autenticità, Riccardo Guarneri è senza dubbio tra i più sensibili interpreti della pittura del ‘900, che per oltre sette decenni ha plasmato il linguaggio contemporaneo, e oggi porta con sé il respiro dei suoi 91 anni, trascorsi intrecciando l’arte con le sonorità della musica.

Nato a Firenze nel 1933, inizia a dipingere a vent’anni, formandosi alla Scuola libera del nudo e contemporaneamente si dedica all’attività musicale che lo vede esibirsi in Italia e all’estero. La sua sensibilità si esprime ancor prima nello studio della chitarra e del contrabbasso che nel colore, ma sarà nel ‘58 che dipingere diventa prevalente quando, in tour in Olanda, si innamora di Rembrandt.

Partecipa a due Biennali di Venezia nel '66 e nel 2017. Recentemente, il Centre Pompidou di Parigi e il Museo del Novecento di Milano hanno acquisito alcune sue opere

In quegli anni passa dal figurativo all’informale, inseguendo bagliori e saette di luce che squarciano i fondi scuri. Nel fervore degli anni ‘50, Guarneri esplora le suggestioni dell’informale europeo, in cerca di una via più lirica. Le influenze di Paul Klee e Osvaldo Licini si mescolano a una passione per la luce nordica e cristallina. Così, tornando a Firenze, si lega al dinamismo degli astratti che frequentano lo spazio di Fiamma Vigo e inaugura nel 1959 il proprio percorso espositivo con la collettiva Cinque informali a Firenze.

Nel decennio successivo, un’altra svolta. A Düsseldorf, trova nei dialoghi con Otto Piene, Raimond Girke e Peter Brüning un laboratorio di idee: la tavolozza si schiarisce, la materia si dissolve per far posto al dominio della luce e alla rarefazione del segno. Nascono opere quasi immateriali, in cui la matita scandisce variazioni luminose su superfici monocrome. È l’alba del suo linguaggio maturo, presentato per la prima volta nel ‘63 in una personale a Palazzo Strozzi a Firenze.

Durante un tour in Olanda si innamora di Rembrandt, affascinato dai bagliori luminosi e dai fondi scuri

Con Bargoni, Carreri, Esposto e Stirone, fonda il Gruppo Tempo 3, che cerca di superare la dicotomia tra concretismo e informale, in una sintesi che esalti la percezione visiva. In questo contesto, Guarneri sviluppa una pittura geometrica che sfugge al rigore assoluto, abbracciando un dinamismo fatto di trasparenze. È una ricerca che lo condurrà nel ’66 alla Biennale di Venezia e alla Kunsthalle di Berna, nel ’67 alla V Biennale di Parigi, dove si afferma come una delle voci più originali.

Il linguaggio si affinerà ulteriormente negli anni ‘70. Le tele quasi bianche richiedono uno sguardo prolungato per svelare il gioco delicato di trasparenze e, alla fine del decennio, abbandona la geometria per lasciarsi sedurre dall’imprevedibilità della macchia e del caso, sovrapponendo leggere velature d’acquerello su carte di riso giapponese.

Negli anni '50, cerca una via più lirica e si appassiona alla luce nordica e cristallina

La poetica continuerà a evolversi in un’alternanza di rigore strutturale e libertà cromatica. Una tensione che si riflette anche in esperienze inedite, come il mosaico per la metropolitana di Roma, dove la ricerca del colore-luce si traduce in una dimensione pubblica e monumentale. Negli ultimi decenni, è il celebrato maestro della pittura analitica, numerose personali e collettive ne riconoscono il ruolo di primaria importanza.

Nel 2017, su invito di Christine Macel, torna dopo oltre 50 anni alla Biennale di Venezia. Il Centre Pompidou di Parigi e il Museo del Novecento di Milano conservano le sue tele. Dai silenzi luminosi degli anni ‘60 ai mosaici vibranti della contemporaneità, il lavoro esplora infinite sfumature iridescenti. Firenze resta il centro dell’universo creativo, ma lui, poeta della luce, continua a parlare un linguaggio universale, fatto di trasparenze, ritmi e atmosfere ovattate.

L'Autore

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Responsabile Ufficio Stampa Fondazione Versiliana e del Festival internazionale di musica classica Pietrasanta in Concerto. Ho collaborato con il Teatro Carlo Felice di Genova e, attraverso l'agenzia FMC, con il Festival Puccini di Torre del Lago, con il Carnevale di Viareggio e con alcune delle maggiori istituzioni culturali italiane

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