17 opere delineano l’evoluzione dell’artista che dona grazia all’imperfezione
Fino al 30 maggio è possibile visitare la mostra “Kosmos e Kaos. L’Origine è la Meta”, personale di Massimiliano Pelletti (Pietrasanta, 1975) presso Ersel, spazio della Banca privata, da sempre impegnata in importanti progetti culturali, con sede a Milano (a cura di Barbara Paci e Cesare Biasini Selvaggi, in collaborazione con la Galleria Barbara Paci di Pietrasanta).
La personale racconta il lavoro, la ricerca e l’incessante curiosità che spingono l’artista a una continua evoluzione e sfida. Una sfida soprattutto con i materiali: marmo, onice, calcare, alabastro.
LA SUA RICERCA È SOPRATTUTTO UNA SFIDA CON I MATERIALI: MARMO, ONICE, CALCARE, ALABASTRO
Proviene da Pietrasanta, tappa fondamentale per gli scultori, con le sue cave, i suoi marmi e pietre e gli affascinanti laboratori artigiani. È da qui che dalla tenera età, all’interno
del laboratorio del nonno scultore, Massimiliano muove i primi passi e si avvicina alla scultura, partendo proprio dal marmo, materiale dall’antichità considerato nobile.
Spinto dalla sua indole di sperimentazione e scoperta, inizia a utilizzare materiali inusuali e difformi, caratterizzati da profonde ferite e cavità, perché manipolati dal tempo e dal corso naturale. Queste imperfezioni sono per lui stimoli per oltrepassare quei limiti che la scultura tende a trascurare.
È proprio questa la sfida, il nodo centrale della ricerca di Pelletti: lasciar agire la natura, le trasformazioni e le sue conformazioni geologiche. Queste opere, infatti, si possono definire co-autoriali: la mano dell’artista e la natura stessa si fondono e cooperano insieme. È affascinato da ciò che non è convenzionalmente ed esteticamente armonioso o considerato attraente; tenta di superare gli stereotipi, utilizzando tutto ciò che potremmo definire scarto. Riprendendo i modelli classici e riproponendoli con materiali insoliti, dà nuova vita alla pietra e riesce a rendere nobile una materia così grezza ed imperfetta. Le opere, che sembrano così equilibrate e delicate all’esterno, in realtà svelano la potenza e la forza del creato.
In mostra è possibile osservare e ripercorrere lo sviluppo creativo e personale dell’artista che, nell’ultimo anno, ha iniziato anche a sperimentare nuove tecniche, proponendo tagli innovativi. Inoltre, unisce materiali diversi e recupera tecniche del passato come quella del micromosaico.