Sculture verso la luce

Importante mostra di Pablo Atchugarry a Lucca

Le cinquecentesche mura di Lucca accolgono sculture in marmo, in bronzo e radici di antichi alberi, rinati in un nuovo racconto; intanto scandiscono le vie, i sagrati delle chiese e due preziosi ambienti espositivi quale rinnovabile sorpresa di incontri. In tal modo Pablo Atchugarry si presenta per la prima volta nella città toscana con “Il risveglio della natura”, un evento scandito da 45 opere curato da Gian Guido Grassi che dimostra come la sua incomparabile arte riesca mirabilmente a conquistare ogni spazio e a interpretarne lo spirito al di là del tempo che sembra determinarlo.

5 OPERE DI GRANDI DIMENSIONI DIALOGANO CON L'ARCHITETTURA MEDIOEVALE DELLA CITTÀ.
ALTRE 40 OPERE OSPITATE A PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI
E NELLA CHIESA DI SANTA MARIA ANNUNZIATA DEI SERVI

Forse il motivo è legato al fatto che le sue composizioni non nascono da un disegno preparatorio, da un progetto studiato a tavolino ma gli vengono suggerite dalla materia stessa nel momento dell’approccio creativo. Atchugarry traccia sul marmo un segno di partenza; poi sarà la mano a guidare l’ispirazione o viceversa secondo il celebre concetto michelangiolesco per cui la scultura esiste già all’interno del blocco di pietra: occorre “soltanto” estrarla.

LE SCULTURE NON NASCONO DA UN PROGETTO STUDIATO 
A TAVOLINO MA GLI VENGONO SUGGERITE DALLA MATERIA STESSA

Non a caso sarà proprio lo statuario di Carrara l’iniziale folgorazione: “Sono andato per la prima volta sulle Alpi Apuane nel 1979. Fu un momento decisivo per la mia carriera: ho conosciuto l’origine e la bellezza del marmo che è diventato la materia privilegiata del mio lavoro”.
Proprio quel marmo proveniente dalla stessa cava scelta, secoli addietro, dal Buonarroti. Ed egli attua lo stesso procedimento interpretativo col marmo rosa del Portogallo dove le vene scure vengono da lui accolte non come un inciampo di percorso ma come un suggerimento per avviare il percorso di scavo. Forse anche per tale motivo Atchugarry esce da ogni catalogazione: può essere considerato un classico per via delle forme che paiono alludere talora a pepli suggeriti dall’antica scuola greco-romana omaggiata ancora nel barocco secentesco dal Bernini; parimenti è astratto nella sua libera, armonica, progressiva vocazione ascensionale: “Cerco di innalzare le mie sculture verso la luce: liberandosi dal peso della materia e dalla fatale attrazione verso il basso, esse rivolgono lo sguardo al cielo aprendo la strada alla libertà e alla speranza.

COME PER MICHELANGELO, PER LUI LA SCULTURA ESISTE GIÀ NEL BLOCCO DI MARMO, BASTA ESTRARLA

Penso che questa sia la missione dell’arte e della bellezza o, quanto meno, quella a cui cerco quotidianamente di adempiere con la fatica del mio lavoro di scultore”. Una significativa dimostrazione di tali intenti ci proviene dalle 5 imponenti opere collocate ora all’aperto che conquistano l’infinito in piazza San Martino grazie a Energia della luce, in piazza San Michele con le sofferenze lignee di Natura in croce e in piazza Antelminelli che esalta Tempo vitale ; inoltre le ali del Grande angelo sigillano Porta San Michele mentre l’articolato Risveglio della natura domina le mura in corrispondenza del baluardo di San Frediano. 10 intense interrogazioni del legno (“provengono da radici di alberi secolari che non dovevano morire; tutti abbiamo bisogno di radici”) sono accolte invece nella trecentesca Chiesa di Santa Maria Annunziata dei Servi attivando uno stupefacente connubio ambientale e spirituale; infine ulteriori seduzioni plastico-visive suscitate dall’immacolato statuario di Carrara, dal nero del Belgio, dal rosa del Portogallo e da alcuni bronzi accolgono i visitatori al Palazzo delle Esposizioni.

"SONO ANDATO PER LA PRIMA VOLTA SULLE ALPI APUANE NEL 1979.
FU UN MOMENTO DECISIVO PER LA MIA CARRIERA"

Pablo Atchugarry

Il risveglio della natura

Lucca

Palazzo delle Esposizioni

Chiesa di Santa Maria Annunziata dei Servi

Piazza San Martino

Piazza San Michele Piazza Antelminelli

Porta San Michele

Mura – San Frediano

A cura di Gian Guido Grassi

Fino al 4/09

L'Autore

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È nato a Genova e vive a Pegli con uno sguardo ai monti e uno al mare dal cui contrasto nasce l’ispirazione. Si occupa d’arte contemporanea da più di quarant’anni avendo avuto la fortuna di conoscere e di frequentare importanti artisti come Enrico Baj, Arnaldo Pomodoro e  Fernando Botero, tanto per citarne alcuni, cercando di indagare l’intima motivazione del loro gesto creativo da riversare nei testi di presentazione di mostre in spazi pubblici e privati italiani e stranieri. Dice che è stata pure una fortuna incontrare il direttore che ormai da diversi lustri accoglie e pubblica i suoi articoli.

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