Venezia: Cecilia Alemani presenta la sua Biennale
Il titolo "latte dei sogni" è preso a prestito da un libro per bambini di Leonora Carrington
Cecilia Alemani: laurea in filosofia e master in studi curatoriali a New York, dove vive, ha collaborato con grandi musei del mondo, è curatrice nel 2017 del Padiglione Italia alla Biennale e oggi della 59° Esposizione internazionale d'arte veneziana (23 aprile-27 novembre).
213 ARTISTI PROVENIENTI DA 58 NAZIONI
CON LA PREDOMINANZA DI DONNE E INDIVIDUI NON BINARI
Il titolo "Il Latte dei sogni" è "preso a prestito da un libro per bambini di Leonora Carrington, un'artista vicina al surrealismo, che negli anni '40 e all'inizio degli anni '50 inizia a disegnare storie fantastiche di creature ibride", immagini di esseri mutanti che uniscono il mondo umano e naturale con quello meccanico in un universo in cui tutto è in continua trasformazione, come nelle opere esposte nella Biennale 2022, concepita in un momento storico sospeso tra coscienza della tracotanza e insieme delle fragilità dell'essere umano. Interrogativi quali "Come sta cambiando la definizione di umano? Quali sono le differenze che separano il vegetale, l'animale, l'umano e il non umano? Quali sono le nostre responsabilità nei confronti dei nostri simili, delle altre forme di vita e del pianeta che abitiamo? E come sarebbe la vita senza di noi?" animano la mostra, riflettendo le ansie del nostro tempo: "tre sono le aree tematiche che ritornano lungo tutta l'esposizione: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi, la relazione tra individui e tecnologie, e i legami che si intrecciano tra i corpi e la terra". Gli artisti, che alla storia sostituiscono narrazioni 'minori', mitologie indigene, domini magici da "re-incantesimo del mondo", immaginano una condizione post umana che, al modello rinascimentale e illuminista antropocentrico occidentale dell'uomo (bianco), perno dell'universo e misura di tutte le cose, contrappone "una nuova comunione tra gli esseri, il pianeta e altre forme di vita, in un rapporto che non sia gerarchico".
IN RASSEGNA ESSERI CHE MESCOLANO SPECIE,
SESSUALITÀ E CULTURE DIFFERENTI, IN CUI LA FIGURA
UMANA TENDE A SPARIRE PER LASCIARE SPAZIO A FIORI POST ATOMICI
Tutto è fluido nell'universo creato dalle 1433 opere della Biennale 2022, popolato da entità nate dall'unione di mondi diversi, aperte, permeabili, libere dalle costrizioni di un'identità determinata, "che combinano umano e artificiale e creano avatar di un futuro post gender e post umano". Dei 213 artisti provenienti da 58 nazioni, la predominanza di donne e individui non binari è "scelta che riflette un panorama internazionale in grande fermento ed effervescenza creativa, che sta mettendo in crisi la figura dell'uomo al centro del mondo". Non sono solo artisti visivi ma anche scrittori e medium che comunicano con altre dimensioni, in un percorso trans-storico che promuove dialoghi tra generazioni passate e contemporanee, attraverso 'capsule del tempo', "cuori pulsanti" della Biennale, "piccole mostre tematiche che raggruppano opere di artisti del novecento che affrontano, in un periodo completamente diverso, i temi della mostra".
NON SOLO ARTISTI VISIVI MA ANCHE
SCRITTORI E MEDIUM CHE COMUNICANO CON ALTRE DIMENSIONI
Alcuni nomi dei protagonisti del presente e del passato: Leonora Carrington, Carol Roma, Leonor Fini, Alexandra Exter, Nanda Vigo, Remedios Varo, Gertrud Arndt, Grazia Varisco, Loïs Mailou Jones, Chiara Enzo, Dorothea Tanning, Shuvinai Ashoona, Birgit Jügenssen, Sara Enrico, Barbara Kruger, Gabriel Chaile, Ulla Wiggen, Felipe Baeza, Simone Fattal, Josefa Tolra, Minnie Evans, Tishan Hsu, Diego Marcon, Cecilia Vicuña, Robert Grosvenor, Ficre Ghebreyesus, Zheng Bo, Toshiko Takaezu, Saodat Ismailova, Roberto Gil De Montes, Ambra Castagnetti. Tutti insieme danno voce a creatività di zone del mondo ritenute periferiche, decentrate rispetto al mondo occidentale, in una rassegna inclusiva che riflette la criticità del tempo e le trasformazioni in atto, tra corpi disubbidienti, icone sovversive (un pescatore al posto della Venere botticelliana), umani che intrecciano relazioni sensuali con la natura, trasfigurazione di archetipi (la Sfinge meccanica), esseri che mescolano specie, sessualità e culture differenti, creature criogeniche e presenze in cui la figura umana tende a sparire, lasciando posto a fiori post atomici. L'inquietudine dei tempi sgretola antiche certezze e fa emergere inediti panorami possibili.