Londra • Yayoi Kusama alla Tate Modern
Prorogata fino a giugno 2023 l'esposizione di Infinity Mirrored Room e Chandelier of Grief
Giunta da Matsumoto a New York nel '58 per liberarsi dei limiti imposti da un'educazione conservatrice che non approvava la sua vocazione creativa, Yayoi Kusama si trova subito ad affrontare nuove sfide, lottando per emergere in un settore fortemente diffidente e dominato dagli uomini bianchi. Si dedica alla pittura, alla performance art, al body painting, alla scrittura guadagnando l'attenzione di Warhol, Judd, Oldenburg, Cornell prima della consacrazione come una delle figure più rivoluzionarie degli anni '60. Celebre è la sua partecipazione alla Biennale di Venezia nel '66 quando, senza alcun invito ufficiale, si presenterà per ricoprire con 1500 sfere specchiate il giardino antistante il padiglione Italia. Nel frattempo, ogni aspetto del suo percorso è documentato da fotografi della sua generazione e rivela un interesse per la rappresentazione di se stessa precursore dei tempi contemporanei dominati dall'iper-esposizione. Un lungo periodo di oblio prima della rinascita professionale spegne i riflettori sul suo immaginario fatto di pois, zucche maculate, cibo, falli, tentacoli, fiori, reti in cui riversa ed esorcizza le visioni e le ossessioni che dall'infanzia la accompagnano. Dal 1975 torna a vivere in Giappone, nell'ospedale psichiatrico di Seiwa, dal quale ogni giorno si reca in studio per dipingere e riprodurre spazi mentali, potenti e sconfinati, come quelli in mostra alla Tate Modern.
IL SUO IMMAGINARIO È FATTO DI POIS, ZUCCHE MACULATE, CIBO, FALLI,
TENTACOLI, FIORI E RETI IN CUI ESORCIZZA LE OSSESSIONI DELL'INFANZIA
In particolare, due installazioni si possono vedere fino all'11 giugno 2023 in seguito al successo di pubblico che ha indotto gli organizzatori a prorogarne la durata. La prima, immersiva, Infinity Mirrored Room - Filled with the Brilliance of Life, è stata creata appositamente per la retrospettiva del 2012. Nella stanza oscurata, passerella, pareti e soffitto sono ricoperti da specchi e il pavimento da una pozza d'acqua poco profonda. Centinaia di piccoli led lampeggiano dal soffitto creando configurazioni sempre diverse di colore. Il visitatore si trova, così, a provare l'esperienza di uno spazio infinito apparente, grazie ai riflessi che si ripetono. La seconda opera, Chandelier of Grief del 2016, è una stanza esagonale bianca, alta quasi 4 metri e integralmente specchiata, in cui l'unica fonte di luce è un lampadario di cristalli Swarovski fissato a un meccanismo rotante. L'effetto è destabilizzante, spaesante, pulsante. Fondamentale per Kusama è ancora il ruolo dello spettatore, che interviene sulla forma dell’opera spostandosi e moltiplicandosi con essa e contribuisce all’annullamento dei confini tra soggetto e oggetto, tra corpo umano e ambiente. Oggi Yayoi, simbolo di tenacia, ambizione e coraggio, a 97 anni è una delle artiste più quotate al mondo.
Yayoi Kusama
Infinity Mirrored Rooms
Londra
Tate Modern
Fino all'11/06