La nuova giovinezza di Armando Marrocco

10 Dicembre 2020

E io faccio le mostre online

Passati gli 80 anni, Armando Marrocco conserva ancora l’entusiasmo e la curiosità di un bambino. Il mondo è fermo e scoraggiato da una pandemia che abbatte lo spirito dei più ottimisti, ma non il suo: due mostre online per reagire e guardare al futuro con speranza. Non è passato troppo tempo da quando dirigeva a distanza via Skype i lavori per l’allestimento della personale estiva in Slovenia. Ritratti e autoritratti, Carta masticata e Intrecci, San Giorgio e il drago, Achille, La dimora di Narciso alcune delle scelte presenti nei due cataloghi digitali, dai titoli tanto evocativi quanto rappresentativi della fantasia del maestro. Così, fino al 5 febbraio la mostra “Le tracce della storia” sarà il sollievo e il godimento offerto attraverso 60 anni di opere selezionate sul sito della galleria Formaquattro, www.formaquattro.com, e sui relativi social. L’iniziativa, curata da Sara Fontana, ha inoltre aderito alla giornata del contemporaneo con l’hashtag #giornatadelcontemporaneo, unendosi ai progetti che da 16 anni partecipano alla campagna di comunicazione promossa dall’associazione AMACI con il patrocino del MIBACT. In questa speciale edizione, che normalmente si sarebbe svolta a ottobre, l’attenzione è stata tutta per il digitale, unico canale a disposizione per veicolare il lavoro degli artisti a porte chiuse.

Il trasferimento a Milano dal Salento negli anni ‘50 è la scintilla da cui l’arco temporale prende vita fino ai progetti più recenti, frutto della quarantena di primavera. Lavori che raccontano la visionarietà di una carriera multidisciplinare che ha saputo toccare ogni forma espressiva. “Chartae”, l’altro appuntamento con l’arte di Marrocco, sarà visibile fino al 25 gennaio sulla pagina facebook della Galleria L’Osanna di Nardò, diretta da Riccardo Leuzzi. 21 componimenti cartacei, per riprendere le parole dell’amico e curatore Toti Carpentieri, atti a “riconoscere ancora una volta al disegno lo status di non propedeuticità nei confronti dell’opera/pittura/scultura/azione”. Il maestro, che nel 1968 espose nello scalpore Formiche vive alla Galleria Apollinaire di Milano, non ha mai smesso di rivolgersi a un’arte totale, farcendo la sua poetica con ogni mezzo possibile di indagine. Dunque, non presentiamoci impreparati a questo appuntamento.

L'Autore

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Giornalista pubblicista e assistente di redazione. Dagli studi linguistici rimbalza a quelli di ingegneria e approda nel digital marketing, attraverso un processo di liberazione cinetica. Performer in una galleria di Pietrasanta, conosce nel 2019 il direttore di AW ArtMag a cui si lega professionalmente, unendo la sindrome di Stendhal per Boltanski all’esaltazione per l’editing. In ufficio, è tête-à-tête col pc. A casa, guarda dalla finestra, pensa, scrive e progetta il prossimo reportage.

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