Il Giappone di Takashi • Londra. Murakami da Gagosian

Nella galleria Gagosian è in mostra “Japanese art history à la Takashi Murakami”. L’artista rivisita capolavori di antichi maestri – da Tawaraya Sotatsu (1570-1643) a Ogata Korin (1658-1716) fino a Sakai Hoitsu (1761- 1828) – con uno stile personale che fonde pittura tradizionale e estetica manga. Nella sua opera più imponente, ispirata a un polittico di Iwasa Matabei (1578-1650), racconta la vita nella Kyoto del 1615. La tela si sviluppa per tredici metri: tra palazzi, templi, mercati e giardini, l’antica capitale del Giappone appare invasa da fiori sorridenti multicolore, versioni fumettistiche degli dei shintoisti e teschi di ogni forma e grandezza, che incombono su sale da tè, navi e processioni di monaci. E ancora ritratti del dio del vento e del dio del tuono, raffigurati nei dipinti di Ogata Korin, trasformati in bizzarri personaggi dei fumetti. Seguono immagini delle divinità che simboleggiano i quattro elementi: la tigre (White tiger and family, 2024), il drago (Blue dragon soars through the universe, 2024), la tartaruga (Black tortoise and Arhats,2024) e il pavone (Flaming vermillion bird, 2024) creano una connessione tra mito e realtà. Infine, Golden Pavilion, residenza dorata dello shogun Ashikaga Yoshimitsu - tra le mete turistiche oggi più ambite - riflette la sua magnificenza nelle acque del lago attraverso l’uso di sgargianti colori fluo. Nella sua poetica la tradizione convive con gli eccessi e gli stereotipi dei personaggi kawai, emblema di una società che tende a rimuovere i drammi collettivi attraverso un’estetica puerile e a tratti grottesca. Questi elementi appaiono per la prima volta nella filosofia del Superflat Manifesto, pubblicato nel 2000, con cui l’artista si propone di superare le distinzioni tra arte colta e popolare con l’uso di rappresentazioni innaturali, piatte, bidimensionali e prive di chiaroscuri. Il lavoro è portato avanti con la collaborazione di oltre duecento assistenti impegnati all’interno della Kaikai Kiki, atelier-galleria con sedi a Tokyo e New York. Qui nascono oggetti di design, dipinti e sculture oltre a collaborazioni come quella con Louis Vuitton per il quale Murakami trasforma due tram in cinema e caffè letterari itineranti. Lo stile fortemente identificativo lo consacrerà tra gli artisti più influenti e rappresentativi della cultura giapponese contemporanea.

 

Japanese Art History à la Takashi Murakami
Londra
Gagosian
Fino all’8 marzo

The Author

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Da Milano alla Versilia, dagli studi di giurisprudenza all’amore per l’arte e per la scrittura, è in una continua ricerca di sé che non si è ancora conclusa.
Si trasferisce a Pietrasanta dove ha l’opportunità di collaborare con l’amico pittore Domenico Monteforte alla realizzazione di interviste a personaggi noti del mondo artistico per l’editoriale Giorgio Mondadori; Dice che l’incontro con il direttore di AW ArtMag le permette di seguire e approfondire le sue vere passioni. Ama viaggiare e leggere, specialmente davanti a un tramonto sul mare.

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