Berlino • Louise Bourgeois al Gropius Bau
La rassegna, con una novantina di lavori, si propone con un diario intimo e universale
Si può evocare l'amore materno con le fattezze di un ragno? Pare di sì, ce lo spiega Louise Bourgeois (Parigi 1911-New York 2010): "Come un ragno mia madre era una tessitrice. Come i ragni mia madre era molto brava, paziente, delicata, un'amica in cui cercare protezione". Gli iconici spider, realizzati in svariati modi e materiali, famosissima la gigantesca scultura Maman, divengono simboli anche di perseveranza, proprio come maman Joséphine che riparava davvero arazzi nel laboratorio di restauro tessile del marito a Parigi. Teneva insieme orditi e trame ricucendo le lacerazioni dei tessuti, così come, con arguta consapevolezza, riparava gli strappi della sua vita familiare. Partendo da quell'affondo, dall'ambiente domestico come luogo ambivalente di amore e sofferenza, di sicurezze e paure, di verità e menzogne, l'artista inizia a dare forma a intricate dinamiche emozionali. Fin dai dipinti e disegni degli anni '40, non smetterà di mettere in scena tematiche che riguardano la coppia, la femminilità, la sessualità, facendo dell'introspezione la sua modalità di conoscenza e di cura. È un viaggio solitario e anticonvenzionale il suo, che abbandona gli ormeggi parigini del surrealismo e anche quelli dell'avanguardia newyorkese, quando, nel '38, arriva negli States con il marito, lo storico dell'arte Robert Goldwater. "La mia arte è sia energia che consapevolezza, sia corpo che mente": un connubio difficile di emozioni contrastanti che talvolta sgomenta, repelle, che ricorda a ciascuno qualcosa di proprio. Fa delle sue ossessioni la sua forza, un codice personale simbolico di motivi ricorrenti - ragni, corpi mutilati, protuberanze falliche, indumenti - assemblati con una capacità evocativa che non ha eguali e che fa da apripista a molta arte contemporanea. Dall'82, i grandi musei le dedicano importanti retrospettive e il successo internazionale si consolida con Documenta del '92 e con il premio alla carriera alla Biennale veneziana del '93, premio foriero di una nuova stagione creativa lunga altri 17 anni.
"COME UN RAGNO, MIA MADRE ERA UNA TESSITRICE.
ERA PAZIENTE, DELICATA, UN'AMICA IN CUI CERCARE PROTEZIONE"
"The Woven Child", monografica al Gropius Bau, mostra la capacità straordinaria dell'artista di rinnovare ancora il suo repertorio espressivo, negli ultimi vent'anni, con sculture installative realizzate perlopiù con tessuti della sua sfera privata. Le stoffe diventano "pelle" per oggetti, per morbide sagome umane, sospese nel vuoto o avvinghiate in disperati e violenti amplessi, per volti totemici inquietanti e magnetici. Una novantina i lavori, anche le sue Celle, i disegni, collage, libri, che continuano a svelare un sorprendente diario intimo e universale.
Louise Bourgeois
The Woven Child
Berlino
Gropius Bau
A cura di Ralph Rugoff
Julienne Lorz
Fino al 23/10