Si incontrano a una festa nel 1969 e da allora diverranno inseparabili
Partiamo dal principio, dal primo incontro, dai primi sguardi, dalle parole non dette. L’atmosfera e il contesto sono degni di un film di Pupi Avati, maestro nel raccontare gli amori bolognesi. Ed è infatti a Bologna che nel 1969 Elio Marchegiani e Carola Pandolfo si incontrano per la prima volta. Elio è artista già noto sulla scena italiana e non solo, ha partecipato da protagonista a mostre personali e calcato palcoscenici importanti come la Biennale di Venezia; di Carola per il momento diremo solo che è molto bella e intelligente, colta, curiosissima.
LUI È SEMPRE STATO UN UOMO DI MONDO, UN VIVEUR. LEI È MOLTO BELLA, INTELLIGENTE E COLTA
Elio è sempre stato un uomo di mondo, un viveur. È a una festa data nel suo atelier che i due si incontrano per la prima volta. Intendiamoci: quando Elio Marchegiani dava una festa, essere invitati era cosa ambita. Quella sera, Elio veste dei pantaloni in pelle e ha al collo una catenella da cui pende un bicchiere metallico (un vezzo da igienista, se non ricordo male) che certamente non gli permette di passare inosservato. Fra gli invitati non si contano gli artisti in erba e i rappresentanti della Bologna bene che vogliono sentirsi, come nel Greenwich Village, al cospetto di un vero artista.
Durante la serata Elio fa il mattatore, parla, affascina e dialoga con tutti tranne che con Carola. Questo non significa che la ignora, anzi, si accorge di lei e fra i due inizia un dialogo fatto di sguardi e di parole non dette: incominciano a corteggiarsi e ad incuriosirsi l’uno dell’altro benché non si conoscano se non attraverso i loro nomi e le loro fattezze fisiche. Certo, Carola sa che Elio Marchegiani è quel famoso artista che affolla le aule di Accademia quando è chiamato a tenere lezioni sul fare arte, ma nulla più. Elio non può che informarsi su di lei, cercarla, farsi ricevere e conoscerla realmente.
QUELLA SERA, LUI INDOSSA PANTALONI IN PELLE E PORTA AL COLLO UNA CATENELLA DA CUI PENDE UN BICCHIERE METALLICO. NON PASSA DI CERTO INOSSERVATO
Il resto è una storia d’amore e d’arte che dura ancora oggi. Mi piace pensare che non sia casuale il fatto che le opere di maggior successo di Elio Marchegiani siano nate pochi anni dopo l’incontro con Carola, le sue famose grammature di colore. Li conosco bene, non da pochi anni, e posso affermare con sicurezza che il ruolo di lei nella carriera artistica di Elio è stato fondamentale: il loro non è stato un rapporto di chiara collaborazione artistica come quello ormai appartenente alla storia di Christo e Jeanne Claude, ma se la carriera di Marchegiani è stata così prolifica ed intensa lo si deve certamente alla sicurezza che ha saputo regalare ad Elio.
NON È UN CASO CHE LE OPERE DI MAGGIOR SUCCESSO SIANO NATE POCHI ANNI DOPO L'INCONTRO
Sono da sempre restio a mettere in primo piano la vita privata di un artista perché si rischia di perdere di vista quel messaggio universale che è la vera forza espressiva di un autore. Il grande artista va oltre il personale, oltre la propria storia e il suo messaggio diventa quello di tutti, anzi meglio, diventa per tutti. Ma Elio oggi ha novantacinque anni, sul suo percorso è stato scritto tanto e dai più grandi pensatori d’arte del nostro tempo e trovo doveroso porre l’accento sulla dimensione umana del suo creare. E in questa dimensione la figura di Carola Pandolfo è stata importantissima. Carola per Elio, Elio per Carola, l’uno per l’altro ed entrambi per l’arte.