Provoco, dunque sono

Firenze • A Palazzo Strozzi la più grande mostra mai realizzata in Italia di Jeff Koons

Artista vivente più pagato al mondo, è riuscito in un'operazione di marketing ineguagliabile. Fra glamour e Kitsch, ha fatto diventare oro tutto ciò che luccica

Dai suoi esordi internazionali negli anni ’80, tra installazioni fotografiche gigantesche erotic-kitsch, famosa la serie Made in heaven, con Ilona Staller esposta alla Biennale di Venezia del ’90, querele e denunce per plagio, le quotazioni di Jeff Koons sono lievitate a cifre astronomiche, sino a farlo diventare l’artista vivente più pagato al mondo. Al pari di Andy Warhol, non ha mai fatto mistero della voglia di stupire e provocare, specialmente di voler “acquisire un potere”, come dichiara in occasione della sua lectio magistralis all’Accademia di Carrara nel 2019; meno trasparente invece quando afferma di voler fare un’arte che esploda di generosità.

Non si può comunque rimanere indifferenti alla sua geniale capacità ideativa: con giocattoli simil gonfiabili, fiocchi, cuori, tulipani, riattualizza in chiave New Pop il sogno degli sfavillanti anni ’80 e fa un’operazione di marketing ineguagliabile. Mette insieme suggestioni provenienti da ogni parte del passato e presente, dal classicismo al surrealismo, al dada e pop art, conditi di psicanalisi, mondo infantile erotismo; si sbizzarrisce con elaborati ready made, usa qualsiasi materiale, pure fiori e piante per realizzare animali giganteschi da piazzare all’aperto.

La sua scelta figurativa penetra tra le pieghe dell’immaginario di tutti, non solo della classe media, perché offre molti punti d’accesso; porta con sé anche la memoria della lezione concettuale duchampiana, senza però distinguere, come Duchamp, il retinico del senso visivo dal concettuale, anzi, proponendo forme visive che parlano al mondo diretto dei sensi piuttosto che all’intelletto. Offre stimoli associativi semplici che si nutrono di ricordi, di desideri e di oggetti della vita quotidiana. Fino a che punto vedere diventa pensare? Forse non è più così importante.

A distanza di 5 anni, l’artista ritorna a Firenze, stavolta a Palazzo Strozzi con “Shine”, la più grande esposizione realizzata in Italia che permette un’immersione nella sua poetica di luminescenze e riflessi, in pitture e sculture. Molti i lavori, anche quelli in acciaio lucidato, che simulano la leggerezza dei palloncini gonfiati, dalle brillanti superfici specchianti, crocevia di sapori infantili, feste paesane e addobbi natalizi.

Mentre percorrono i musei più prestigiosi del mondo, le opere di Jeff Koons regalano sempre leggerezza e il piacere di sconfinare in mondi ludici e spensierati. Tra glamour e Kitsch, qualche volta si può per davvero invertire la rotta e far diventare tutto oro ciò che luccica.

 

Jeff Koons

Shine

Firenze Palazzo Strozzi

A cura di Arturo Galansino Joachim Pissarro

Fino al 30/01/2022

L'Autore

21 Post

Ha sempre amato la pittura, ma si è trovata iscritta al Liceo Scientifico, finito con il minimo sforzo e il minimo dei voti. Il rovello artistico però non si placa e in un solo anno prende la maturità artistica, questa volta con il massimo impegno e quasi il massimo dei voti. Poi Accademia di belle Arti, laurea con lode a Ca’ Foscari e pubblicazione della tesi. Approfondisce studi artistici a Salisburgo e alla passione per l’arte si unisce quella per la scrittura. Convivono ancora felicemente.

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