L'arte del Paradosso - Roma: Grande mostra di Escher a Palazzo Bonaparte

19 Febbraio 2024

Una vasta rassegna di 300 opere ripercorre l’iter creativo del maestro

 

Maurits Cornerlis Escher e Giulietta Umiker si sposano il 12 giugno 1924, a Viareggio. Mi colpisce da sempre la scelta dell’incisore e litografo olandese di convocare la famiglia in una cittadina italiana - oggi, anche sede della redazione di AW ArtMag - per le celebrazioni dell’evento. Effettivamente, passeggiando sul lungomare del comune toscano, perla dell’eclettismo, del liberty e dell’art nouveau, non si fatica a immaginare che le ceramiche policrome che impreziosiscono gran parte delle facciate di villini, hotel e stabilimenti balneari, possano aver captato la grande passione per la decorazione dell’artista.

DÀ VITA A UNIVERSI INQUIETANTI, FATTI DI PAVIMENTI CHE SI TRASFORMANO IN SOFFITTI E DI CIRCUITI IMPOSSIBILI

Nelle sue opere, le tassellature rigorose e al tempo stesso distorte, la sfida costante tra geometria e fantasia, i concetti scientifici denudati nelle loro contraddizioni filosofiche fanno, inoltre, di Escher uno dei più amati studiosi del paradosso al mondo. Così, Palazzo Bonaparte, fino al 1 aprile 2024, nel centenario dalla prima visita a Roma dove l’artista stabilirà il proprio atelier per 12 anni prima del trasferimento in Svizzera e poi in Belgio, espone 300 opere in un’ampia retrospettiva.

FIGLIO DI UN INGEGNERE E FRATELLO DI UN GEOLOGO, PIEGA LE LEGGI MATEMATICHE PORTANDOLE NELLA SUA COMFORT-ZONE: L'IMMAGINAZIONE

A cura di Federico Giudiceandrea, la personale raccoglie lavori come Mano con sfera riflettente (1935), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938), Vincolo d’unione (1956), dove il connubio tra una mente psichedelica e una mano tecnicamente ineccepibile dà vita a universi inquietanti, fatti di scale che salgono e contemporaneamente scendono, di pavimenti che si trasformano in soffitti, di circuiti impossibili, di lucertole che sembrano fuggire dalla dimensione del disegno per poi farvi ritorno.

Il grafico inganna, illude e disillude, meraviglia il pubblico tormentato dalla ricerca di una logica nei raffinati rompicapi e ghermito dagli ammalianti universi mutaformi. Figlio di un ingegnere e fratello di un geologo specializzato in cristallografia, piega le leggi matematiche portandole nella sua comfort-zone: l’immaginazione, sempre più pura e distaccata dai paesaggi mediterranei, una volta lontano dalle influenze del belpaese.

“Le passeggiate notturne sono il più meraviglioso ricordo che ho di Roma” dichiarerà, un legame che la rassegna ricorda nella serie completa di 12 xilografie del 1934. Come altri prima di lui, otterrà solo dopo la diffidenza iniziale della critica, il successo. Sintomatica della forte personalità è la risposta che darà nel ’69 quando, ormai consacrato dalla comunità hippie statunitense, Mic Jagger gli chiederà un’immagine per una copertina dei Rolling Stones. Appellandosi a un collaboratore della rockstar, scriverà: “non posso assolutamente accettare ulteriori incarichi o perdere tempo per la pubblicità. A proposito, la prego di dire al Signor Jagger che non sono Maurits per lui, ma, molto sinceramente M. C. Escher”.

L'Autore

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Giornalista pubblicista e assistente di redazione. Dagli studi linguistici rimbalza a quelli di ingegneria e approda nel digital marketing, attraverso un processo di liberazione cinetica. Performer in una galleria di Pietrasanta, conosce nel 2019 il direttore di AW ArtMag a cui si lega professionalmente, unendo la sindrome di Stendhal per Boltanski all’esaltazione per l’editing. In ufficio, è tête-à-tête col pc. A casa, guarda dalla finestra, pensa, scrive e progetta il prossimo reportage.

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