Lamers consiste in un progetto digitale di Lele Gastini.
L’artista, nato ad Alessandria, ha sviluppato uno stile distintivo, caratterizzato da un tratto bianco e nero fresco e accattivante, che richiama grandi nomi della pop art internazionale. Si muove con inventiva tra l’illustrazione, la street art, la fine art e la cripto-arte.
Il progetto Lamers comprende una collezione generativa di pfp (profile pictures) interamente disegnate dall’artista, per un totale di 888 immagini generate casualmente dall’algoritmo a partire dai tratti creati dall’autore. Questi elementi – teste, occhi, bocche e vari accessori – si combinano per dar vita a 888 diverse raffigurazioni di personaggi originali, pronti per essere collezionati proprio come edizioni numerate di incisioni o grafiche, con la particolarità che ogni opera è unica e digitale.
La collezione ruota attorno a due protagonisti, Proof e Gwei, che attraverso una serie di vicissitudini creano un popolo chiamato Lamers.
La vera innovazione del progetto risiede nella sua dimensione interattiva: i possessori delle opere digitali (holder) partecipano a una serie di meccanismi ispirati alla gamification. Lamers non è solo una collezione NFT, ma un mondo surreale ricco di segreti, una narrazione coinvolgente e dinamiche comunitarie.
Per esempio, gli holder possono votare e proporre idee per modellare le future collezioni o prendere decisioni sul futuro del progetto. La narrazione si sviluppa come un fumetto interattivo sul sito ufficiale, dove vengono rivelate informazioni e dettagli sull’ecosistema Lamers. Il progetto offrirà inoltre risorse educative, come articoli, tutorial e workshop, per avvicinare chi non ha familiarità con il mondo della cripto-arte.
Progetti come Lamers, nati nell'ambito NFT, dimostrano che la creatività può essere espressa in un contesto molto più interattivo rispetto ai tradizionali luoghi di fruizione dell'arte. Il rapporto tra utente e artista può diventare pieno e gratificante, seguendo una logica decentralizzata. Alighiero Boetti lo aveva intuito già negli anni '90 con la pionieristica operazione "Cieli ad alta quota"; chissà come avrebbe interpretato oggi la potenza degli strumenti digitali.
Questa innovazione offre anche un'opportunità unica: abbassare l'età media dei collezionisti, un fattore cruciale in un mondo dove raramente i collezionisti d'arte hanno meno di quarant'anni. Progetti divertenti e interattivi come Lamers potrebbero promuovere l’alfabetizzazione al collezionismo tra i giovani, sensibili al linguaggio dell'arte. Con investimenti accessibili, essi potrebbero sviluppare il gusto per il possesso di opere d'arte, diventando un anello fondamentale nel processo creativo, di cui l'artista è la preziosa sorgente.