La rassegna “Orizzonti sensibili” affronta temi quali la tutela dell’ambiente, la sostenibilità e il rapporto dell’uomo con la natura
40 opere per raccontare l’interiorità di Antonella Quacchia in connessione con il mondo. Questa è la personale ospitata da MyOwnGallery - Superstudio Più a Milano, in via Tortona che testimonia l’evoluzione della zona cittadina in un crocevia artistico. Il percorso urbano di trasformazione del quartiere, sede della rassegna, per certi versi, può essere accomunato a quello dell’autrice, che ha ricoperto ruoli professionali in ambienti apparentemente antitetici alla libera espressione, oggi propria della sua poetica. Stabile per anni a Ginevra, dal Cern (Centro europeo per la ricerca nucleare) all’Onu, dopo la laurea in informatica, la sua storia è costellata di logica, rigore scientifico e profondità di visione.
MACCHIE DI COLORE E DIVERSI PUNTI LUCE SI CONNETTONO IN ALCUNI LAVORI CON TONALITÀ TERROSE
Per questo, è da considerarsi ancora più speciale la disinvoltura con cui, a un certo punto, impugna il pennello, rilasciando a piede libero le emozioni, che su una tela si imprimeranno con grazia e vivacità. “Orizzonti sensibili”, fino all’8 dicembre, è la mostra curata da Fortunato D’Amico in cui serie differenti come Our Planet, Floating Forms, Serendipity, Amo la vita affrontano temi quali la tutela dell’ambiente, la sostenibilità, il rapporto dell’uomo con la natura in un approccio ottimista, formulato dall’utilizzo del bianco dirompente sulle macchie di colore e dei molti punti luce. Non mancano le connessioni con la realtà, attraverso tonalità terrose in alcuni lavori e forme conosciute in altre, comunque aperte a un’interpretazione personale.
OFFRE AL FRUITORE UNO SPAZIO SOSPESO IN CUI RIVERSARE SENSAZIONI E CONCEPIRE COLLEGAMENTI INEDITI
L’approccio che Quacchia stimola nel fruitore è, infatti, attivo, immaginativo: uno spazio sospeso in cui riversare le proprie sensazioni e concepire collegamenti inediti. Colpiscono gli scenari rappresentati da una suddivisione dell’opera in due parti, dove una campitura monocromatica prevale su un’area espressionista, astratta, quasi dominandola e apre a orizzonti sconfinati di possibilità. I suoi incarichi di responsabilità, anche nello strutturare politiche etiche internazionali presso l’Ilo (International labour organization), sono alla base di una visione attiva sui cambiamenti, trasposta in fiducia verso una società fallace, sì, ma ricca di opportunità.
L'ARTISTA, DOPO UNA LUNGA ATTIVITÀ DI RESPONSABILITÀ AL CERN DI GINEVRA, SI DEDICA ALLA PITTURA CON UN APPROCCIO IMMAGINATIVO
L’indagine sulla dualità, sulla lotta tra opposti, non si limita alla convivenza di razionale e irrazionale ma si spinge nel raffronto tra macro e micro, tra reale e spirituale, tra errori e soluzioni. L’artista, attualmente, vive e lavora tra Vienna e Praga e ha all’attivo diverse esposizioni in città europee, come Parigi, Londra, Madrid, tra le altre. Quella di Milano è anche occasione per pubblicare la monografia bilingue, che porta il titolo della mostra, per i tipi di Giorgio Mondadori Editore.