Ricordando Carlo Cardazzo
A Venezia, Milano e Roma le sedi dove ha esposto l’arte che conta del secondo ‘900
“In riferimento alla sua lettera del 9 novembre la informo che il Comm. Cardazzo è tuttora assente dall’Italia... non posso che consigliarle di attendere il suo rientro al Naviglio, previsto per la fine di Novembre”: con queste parole l’11 novembre 1963 Ada Zunino, segretaria della Galleria d’arte del Naviglio, rispondeva all’ultima delle quattro lettere che dal 24 aprile di quell’anno, dopo aver visitato la mostra di Eugenio Carmi sul finire di febbraio, avevo inviato a Carlo Cardazzo incontrato per la prima volta nell’aprile 1960 in occasione della personale di Achille Perilli. Attesa vana, purtroppo.
Quella risposta, infatti, si rivelerà essere una sofferta bugia, in quanto il grande gallerista veneziano sarebbe morto, solo alcuni giorni dopo, il 16 novembre, a poco più di cinquantacinque anni. Una vita intensa la sua, costruita e sviluppata nella passione dell’arte, con un padre collezionista e la casa in calle dei Ragusei, frequentata da intellettuali, guardando alla letteratura, alla musica e perfino al cinema, nella quale il giovane Carlo inizia la sua avventura con l’acquisto di un’opera di Filippo de Pisis.
Per poi passare alla pittura del ‘900 e all’avanguardia italiana (Carrà, Campigli, Modigliani, Soffici, Manzù, etc.), costruendo, grazie anche al pittore Giuseppe Cesetti, cui nel 1934 avrebbe dedicato un piccolo volume con scritti di Rosai ed altri, dando così inizio alle Edizioni del Cavallino (la poesia contemporanea internazionale, il surrealismo, il futurismo, oltre che la grafica, i foulard d’autore e i dischi), un’importante collezione che avrebbe richiamato l’interesse del ministro dell’educazione nazionale.
Il 25 aprile 1942 Carlo Cardazzo, avvalendosi dell’apporto di Carlo Scarpa “l’architetto più moderno di Venezia” coinvolto poi nella progettazione del Padiglione del libro ai giardini (1950), e della collaborazione del fratello Renato, che lascia gli studi di architettura per l’arte, apre la Galleria del Cavallino in Riva degli Schiavoni con una collettiva di opere di Campigli, Carrà, Cesetti, Marino, Romanelli, Rosai, Sironi e Tosi. Seguiranno mostre con cadenza bisettimanale guardando anche ai disegni di letterati italiani, ai bozzetti di scenografie teatrali, ad artisti come Balla, Kandisky, Léger, Picasso, Matisse, Miró, Brauner, Vedova, Calò, Bertini, Tancredi, Pignatelli ed altri.
Una vita intensa sviluppata nella passione per l'arte. Si circondava anche di letterati e musicisti
Con testi in catalogo di Gualtieri di San Lazzaro, Carrieri, Marussi, Marchiori, Valsecchi, Apollonio, Carandente. Trasferitosi nella Milano propositiva, avendo come compagna di vita e di lavoro la poetessa e scrittrice Milena Milani, nei primi giorni di gennaio 1946 con una collettiva (Birolli, Cantatore, Paulucci, Spazzapan, Tomea, etc.) apre, al 45 di via Manzoni, la Galleria del Naviglio, mentre il fratello Renato resta a Venezia ad occuparsi del Cavallino. I maestri rimangono al centro della sua attenzione, aprendosi sempre più nei confronti del nuovo. Dubuffet, Schwitters, Jorn, Twombly, Caro, Johns, Kline, Capogrossi, Scanavino e tantissimi altri passano sulle pareti della galleria, che diviene il centro propulsivo dello spazialismo, con Lucio Fontana che il 5 febbraio 1949 presenta il suo Ambiente spaziale a luce nera.
Nell’ottobre 1950, grazie all’amica Peggy Guggenheim, Cardazzo propone la prima mostra di Jackson Pollock in una galleria privata e in un chiaro disegno mercantile nel 1955, insieme a Vittorio Del Gaizo, fa nascere a Roma la Galleria Selecta che chiuderà nel 1960. Alla scomparsa di Carlo, l’attività delle due gallerie prosegue sotto la direzione di Renato, trasferitosi a Milano già nel 1962. Il 29 settembre 1966 le gallerie si dividono, Renato avendo accanto il figlio Giorgio dirigerà fino al 2001 la Galleria del Naviglio (che trasformatasi in Naviglio Modern Art andrà avanti fino al 2011) mentre Paolo e Gabriella, figli di Carlo, assumono la direzione della Galleria del Cavallino che chiuderà i suoi battenti nel 2003 e delle Edizioni del Cavallino che cesseranno la loro attività il 31 marzo 2010.