La chiusura di Art Basel 2024 sigla l’inizio della stagione estiva, durante la quale necessariamente la proposta delle opere avviene solo nelle gallerie e nelle mostre culturali. Finalmente, verrebbe da dire. Dopo un’abbuffata di fiere e battute d’asta, rimane ora il tempo per riflettere su quali saranno i prossimi passi del mercato in autunno. Art Basel Paris+ si prefigura di certo più effervescente della sorella svizzera. Ci auguriamo che per allora vengano risolte alcune tensioni e incertezze che senza dubbio hanno ultimamente frenato le vendite o, quantomeno, rallentato le trattative.
È già nell’aria l’assenza della partecipazione ai prossimi eventi di qualche operatore che si orienterà per un ritorno a un lavoro tradizionale – considerate le spese insostenibili da affrontare per presenziare al circuito fieristico del panorama globale – giocoforza rinunciando alla seducente vetrina. Si ritornerà, allora, alla proposta e alla valorizzazione degli artisti nelle sedi delle gallerie, in fondo come avveniva in passato.
I galleristi probabilmente opteranno per una selezione più ristretta degli appuntamenti fieristici e decideranno per la kermesse più vantaggiosa, meglio frequentata, visitata dai collezionisti più convinti.
Della, malgrado tutto, sempre prestigiosa Art Basel, gli elementi notevoli in questa edizione sono stati l’impattante padiglione unlimited e la grande provocazione di Emilio Isgrò, con il suo enorme tir graficamente ricoperto di cancellature che ha trasportato una “formica” dalla Sicilia alla Svizzera.
