L’artista affronta tematiche legate alla violenza, alla libertà d’espressione, alla geopolitica, all’immigrazione
L’Hamburger Bahnhof ospita la personale di Nadia Kaabi-Linke dal titolo “Seeing without light”. L’artista, nata a Tunisi da padre tunisino e madre ucraina, è cresciuta tra Kiev, Dubai e Parigi e attualmente vive e lavora a Berlino. Da una biografia del genere non potremmo che aspettarci un approccio multiculturale. Infatti, la sua arte concettuale tratta principalmente temi legati alla censura, all’immigrazione, alle identità transnazionali e alla geopolitica. Nonostante non sia ancora conosciuta al grande pubblico, ha già avuto modo di farsi notare dagli addetti ai lavori, mettendo a segno una serie di risultati ragguardevoli.
PADRE TUNISINO, MADRE UCRAINA, CRESCIUTA TRA KIEV, DUBAI E PARIGI, ORA VIVE A BERLINO
Vince il premio come migliore artista emergente nell’edizione di Art Basel Hong Kong 2014, presenta l’opera Flying Carpets alla 54ma Biennale di Venezia e, a distanza di qualche mese, l’opera viene comprata dal Guggenheim di New York. Appena l’anno successivo, anche il MoMA avvia una campagna di acquisizioni intorno al lavoro della Linke. Negli ultimi 5 anni, si sono accodati pressoché tutti i più importanti musei d’arte contemporanea europei con mostre, eventi e acquisti. Si tratta, quindi, di una artista con ampie prospettive di crescita ma già uno storico importante che ora si trova a presentare ai visitatori tedeschi una rassegna difficile. Un’intera sala tratta delle campagne russe che decenni fa facevano incetta di opere d’arte ucraine. Chiaramente, il collegamento alla situazione in corso è schietto e privo di qualsiasi filtro e Kaabi-Linke non ha alcuna titubanza nell’assumere una posizione netta all’interno del dibattito.
SUE OPERE SONO STATE ACQUISITE DA MUSEI INTERNAZIONALI DEL CALIBRO DEL GUGGENHEIM E DEL MOMA DI NEW YORK
Seguono diverse opere ad analizzare le forme di invisibile violenza che plasmano il nostro modo di ricordare i fatti storici, dalla propaganda subdola alla censura portata avanti dai servizi di intelligence. In questa occasione, è stato presentato in anteprima il progetto Blindstrom for Kazimir. Inizialmente concepito per il Museo nazionale d’arte di Kiev, ripropone alcuni dipinti degli anni ’20 e ’30 attualmente messi in salvo dai bombardamenti. L’esposizione termina con un’opera audio-video, Bud’mo - creata su misura per questo evento - che fa riferimento alla guerra partigiana combattuta in Galizia e nella Foresta Nera e a tutte quelle informazioni storiche che sono state secretate dai governi di Ucraina, Russia e Germania. La mostra è a cura del direttore e curatore dell’Hamburger Bahnhof, Sam Bardaouil e di Daria Prydybailo. Fino al 7 aprile.
PRESENTATO IN ANTEPRIMA IL PROGETTO BLINDSTROM FOR KAZIMIR CONCEPITO INIZIALMENTE PER IL MUSEO DI KIEV