Sculture da interrogare - Il tributo di Atene a Novello Finotti

30 Dicembre 2024

65 opere permettono di ricostruire la sua carriera lunga oltre mezzo secolo

Novello Finotti è uno dei più noti artisti plastici viventi e rappresentante della vecchia scuola della scultura, quella che sapeva trattare la materia e amava farlo, sperimentando senza sosta nuove soluzioni tecniche e formali, mai fini a se stesse.

La B. & M. Foundation of Visual Arts and Music gli tributa una antologica dal titolo “The Sensual Mysticism of Sculpture”.
L’esposizione, inaugurata il 4 giugno scorso alla presenza del ministro della cultura greco, comprende oltre 65 opere e permette, così, di ricostruire il suo ultra cinquantennale percorso di ricerca.

Nato a Verona nel 1939, Finotti frequenta nella città natale l’Accademia di Belle Arti Cignaroli, una delle più antiche del mondo, dove inizia ad affinare la conoscenza dell’arte plastica e del disegno.

MEMORABILI LE PARTECIPAZIONI ALLE BIENNALI DI VENEZIA DEL 1972 E DEL 1974

Numerosi sono stati i riconoscimenti e le mostre in spazi pubblici e privati nel corso della sua lunga carriera.
Tra questi ricordiamo l’incontro fortunato con il noto gallerista greco Alexander Jolas, che gli allestirà una mostra nella sua galleria milanese nel 1972.
Importanti le partecipazioni alla XXXIII Biennale di Venezia nel 1966 e quella alla XLI edizione del 1984 con un’intera sala.

In mezzo, innumerevoli esposizioni, tra cui la Quadriennale di Roma del 1976 e la partecipazione alla Armony Gallery di New York nel 1964, che incontrò il favore del collezionismo statunitense.

PER LUI, L'ARTE NON DEVE STUPIRE MA INCORAGGIARE INTERROGATIVI ESISTENZIALI

Come sottolinea nel testo in catalogo il curatore dell’evento ateniese, Takis Mavrotas, la nudità per i greci era un marchio riconoscibile di uno stato avanzato della civilizzazione e, allo stesso tempo, la conferma di un pensiero radicato nelle tradizioni millenarie, che vede il corpo come soggetto di deferenza e adorazione.

Finotti mantiene uno stretto legame con la classicità in termini di armonia fra forma, volume, composizione, pur optando sempre per un marcato dinamismo, che richiama anche termini connessi con la temporalità, come durata e movimento.

La propensione alla sperimentazione non è finalizzata a stupire l’osservatore, piuttosto a incoraggiarlo a interrogarsi su questioni esistenziali, riconoscendo alla scultura il titolo dell’arte più antropologica, oltre ad essere in grado di tradurre il pensiero filosofico in forma plastica.

MANTIENE UNO STRETTO LEGAME CON LA CLASSICITÀ IN TERMINI DI ARMONIA TRA FORMA, VOLUME E COMPOSIZIONE

Marmo bianco di Carrara, nero del Belgio, rosa del Portogallo, granito e bronzo traducono in forme sensuali e mistiche i voli pindarici del pensiero dell’artista e trascinano nel suo personalissimo universo mitologico, classico e contemporaneo assieme.

In catalogo, oltre al testo del curatore, quelli dei principali esegeti come Antonio Paolucci, Rossana Bossaglia e José Pierre.

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