Con oltre 200 opere è la prima grande monografica in Europa dedicata alla fotografa americana
Sagome indistinte attraversano una piazza deserta formando una composizione di luci e ombre. Un volto incorniciato da scie di luci al neon, sguardo assente verso il vuoto.
Frammenti di corpo riempiono l’intera immagine, come una trama astratta. Ritratti di persone che entrano ed escono dall’ingresso di un edificio banale, messo in scena come a teatro.
È questa l’opera di Barbara Crane (Chicago, 1928-2019), l’artista americana che ha rivoluzionato la fotografia nel corso di una carriera durata oltre sessant’anni. Autrice di un’opera moderna e plurale, Barbara Crane ha oscillato per tutta la vita tra la fotografia di strada e la pratica sperimentale, immortalando con la stessa curiosità il ritratto, l’architettura della città e la nudità dei corpi durante le ore più calde dell’estate.
L'AMATA CHICAGO E I SUOI ANONIMI ABITANTI DIVENTANO LA SUA FIRMA
Il Centre Pompidou presenta la prima grande monografia in Europa dedicata alla fotografa americana. La mostra riunisce più di duecento opere, di cui una parte recentemente entrata nella collezione del Museo nazionale d’arte moderna di Parigi, e si concentra sui primi venticinque anni della carriera dell’artista, riunendo alcune delle sue opere principali.
Formatasi in fotografia e storia dell’arte al Mills College in California e alla New York University, Barbara Crane diventa presto fotografa professionista, specializzandosi nel ritratto. Prosegue la sua formazione negli anni ‘60 sotto la guida del fotografo astratto Aaron Siskind all’Institute of Design di Chicago, e insegna a sua volta fotografia all’Art Institute di Chicago dal 1967 al 1995.
È STATA CAPACE DI RENDERE UNICO OGNI DETTAGLIO DELLA REALTÀ SUBLIMANDOLO IN OPERA D'ARTE
Autrice di un’opera eterogenea, Barbara Crane non ha mai smesso di esplorare forme e tecniche fotografiche: stampe alla gelatina e ai sali d’argento, digitali, stampe istantanee, polaroid, trasferimenti fotografici, stampe in platino-palladio, in bianco e nero e, a partire dagli anni ’80, attraverso il colore.
La sua opera è una sintesi tra la tradizione della straight photography americana e una sensibilità sperimentale. Il contesto artistico in cui opera, segnato dallo strutturalismo, dall’arte concettuale e dalle sue molteplici influenze (da John Cage alle avanguardie europee, passando per la danza di Merce Cunningham e il cinema sperimentale) influenzano la sua poetica, dominata dall’idea di sequenza e serie, casualità e disciplina.
IL SUO LAVORO È UNA SINTESI FRA LA STRAIGHT STATUNITENSE E UNA SENSIBILITÀ SPERIMENTALE
L’approccio fotografico alla città, alla sua amata Chicago in particolare, e ai suoi abitanti anonimi, diventa la sua firma. Barbara Crane ha trasformato l’ordinario in straordinario.
Attraverso una rigorosa sperimentazione tecnica e uno sguardo sempre curioso, ha saputo esplorare nuove possibilità visive, rendendo unico ogni dettaglio della realtà e sublimandolo in opera d’arte.