I CAMPIONI ATTRAVERSO GLI OCCHI DELL'HAWAIANO
In rassegna 30 opere di cui alcune realizzate appositamente per questo evento
L’artista hawaiano Paul Pfeiffer (1966) presenta al MOCA, in occasione della sua prima retrospettiva “Prologue to the Story of the Birth of Freedom”, 30 opere che comprendono quelle realizzate finora più altre appositamente per questa occasione.
SI OCCUPA DI RIELABORARE IMMAGINI DELLA CRONACA SPORTIVA
Pfeiffer è un video artista, fotografo e potremmo ormai chiamarlo artista digitale, dal momento che anche nei più recenti corsi accademici questa dicitura è stata sdoganata. Si occupa di rielaborare materiale d’archivio, riguardante principalmente la cronaca sportiva, operando una riduzione degli elementi di disturbo all’interno della narrazione. Semplifica, pertanto, le scene raccontate. Dimostra come siano determinati elementi scenici a creare in noi il mito dello sportivo, o altre convinzioni come la religione, l’arte e il nazionalismo. Un esempio emblematico è sottrarre tutti gli elementi di contorno a un video di un campione di basket che fa canestro all’ultimo secondo della partita durante la finale di campionato. Elimina dalla visione il tabellone segnapunti, l’orologio,
DIMOSTRA COME ALCUNI ELEMENTI SCENICI CONTRIBUISCANO A CREARE IL MITO DEL CAMPIONE
il pubblico e persino gli altri giocatori. Cosa rimane? Un eroico campione nell’atto di compiere un canestro decisivo per la sua squadra? No. Rimane soltanto un giocatore che si sta allenando a porte chiuse in un giorno qualsiasi. La cronaca di un evento sportivo memorabile vissuto da una collettività di tifosi si trasforma in un intimo dialogo fatto di silenzi e gesti sospesi nella solitudine. Tutto questo da un lato permette di spostare l’attenzione sui caratteri veramente fondamentali come il gesto tecnico, la forma fisica e il timing, ma al tempo stesso rivela che il creatore dello storytelling non è l’atleta, ma lo spettatore. È il pubblico che attraverso la propria narrazione può creare i miti di cui ha bisogno per placare la propria fame di idoli. L’esposizione è visitabile fino al 16 giugno 2024.