Protagonista della New York anni '80

31 Marzo 2022

Pisa: l'omaggio di Palazzo Blu a Keith Haring. 
In esposizione 170 opere provenienti dalla collezione Nakamura.

Fino al 17 aprile a Palazzo Blu di Pisa sono esposte per la prima volta in Europa 170 opere di Keith Haring provenienti dalla collezione giapponese Nakamura. A cura di Kaoru Yanase, la mostra racconta le principali tappe, suddivise in 9 sezioni, della carriera di uno tra i padri della street art, dai primi disegni in metropolitana, Subway Drawings (1981-1983), a The Blue Print Drawings, la serie su carta pubblicata un mese prima della morte nel 1990. L'eredità culturale appare ancora più grande se rapportata alla breve durata dell'attività artistica limitata a un decennio dal drammatico, prematuro epilogo a 31 anni dovuto all'AIDS. Immediatamente riconoscibile è la cifra stilistica caratterizzata da una linea continua, spessa ed essenziale, capace di sprigionare una sconfinata creatività nel rispetto dei limiti e delle proporzioni della superficie pittorica, attingendo a un repertorio formale di facile comprensione. La palette cromatica è pura e unidimensionale, senza chiaroscuri. Fantasia e grafica convivono tra contorni, figure, simboli attinti dal quotidiano, del tutto privi di correzioni, di asimmetrie o di schizzi preparatori. La compresenza, dunque, di casualità e rigore, spontaneità ed equilibrio conferisce agli spazi narrativi popolati da bambini carponi circonfusi di luce, da cani con il muso squadrato che abbaiano, da figure prive di volto lo status di icone. Voyeur della società americana degli anni '80, Haring si propone come mediatore tra il mondo dell'arte e quello delle strade di New York. Il trasferimento dalla Pennsylvania alla grande metropoli coincide con il coming out e con l'iscrizione alla School of Visual Arts, che in seguito abbandonerà per mancanza di stimoli pur continuando a frequentarne strutture e seminari. Fin dai primi passi si posiziona in contrasto con le logiche di mercato, preferendo agli ambienti protetti delle gallerie gli spazi pubblici e i pannelli nelle stazioni lasciati vuoti dai manifesti pubblicitari. La sua popolarità cresce rapidamente fino a rappresentare un'intera generazione di giovani. The Story of Red + Blue, la serie di litografie visitabile nella sezione “Storie”, divenuta oggetto di programmi educativi scolastici, è l'occasione per approfondire l'efficacia con cui l'artista sa rivolgersi proprio a tutti, compresi i bambini. Tra i suoi obiettivi, infatti, c'è comunicare con quante più persone possibili. A tal fine, fa un uso brillante dei mezzi di comunicazione di massa, considerando la commercializzazione delle opere parte integrante della sua espressione. Apre il primo Pop Shop a Manhattan, realizza poster, oggetti decorati, gadget, firma carrozzerie di automobili, magliette e copertine di dischi. È nella sezione “Musica” che troviamo esposta la copertina dell'album di David Bowie del 1983 firmata da Haring. L'interesse della stampa scandalistica per scena dei club e dei party newyorkesi, dove molti artisti si incontrano e dove organizza mostre della durata di una notte, contribuisce alla sua fama. La semplicità del linguaggio, però, non sempre si associa a soggetti gioiosi e ottimistici. Dietro i colori sgargianti tipici della comunicazione pubblicitaria e un immaginario visivo che attinge a quello dei cartoon, si accende un faro su tematiche universali, a volte dolorose e brutali, tutte presenti in rassegna. La prevenzione dell’AIDS in Ignorance= Fear, Silence=Death (1989), il razzismo e l'apartheid in Free South Africa (1985), la repressione dei diritti degli omosessuali nel manifesto per il National Coming Out Day (1988), il dramma della guerra in Nuclear Disarm (1982), quanto mai attuale, prendono parola attraverso demoni, serpenti, mostri e metamorfosi in scenari distopici disturbanti. Così, il contrasto tra la leggibilità del linguaggio, all'apparenza infantile, e il dettaglio straniante capovolge l'interpretazione iniziale. Negli ultimi lavori, a chiudere la mostra, una nuova complessità accompagna la consapevolezza della malattia. La paura, il caos evidenti in Apocalypse del 1988, una serie nata in collaborazione con lo scrittore William S. Borroughs, dominano i temi politici e l'incubo personale. Appartiene a questo periodo Tuttomondo, il lavoro monumentale, l'ultimo pubblico, realizzato sul muro esterno della chiesa di Sant'Antonio a Pisa e considerato il suo testamento artistico. L'esposizione dedica un'intera sezione a questo inno alla vita che nel 1989 vede la partecipazione del pubblico nella realizzazione di un compendio di tutte le attività umane. Alcuni ricordano con gratitudine quei giorni in cui, provenendo a piedi dalla stazione verso il centro, era possibile con un semplice e gratuito sguardo assistere allo spettacolo di Haring all'opera sulle impalcature. Ancora oggi, a pochi passi da Palazzo Blu, la volontà dell'artista di avvicinare l'arte alle persone e le persone all'arte, ogni giorno rivive.

Keith Haring

Pisa

Palazzo Blu

A cura di Kaoru Yanase

Fino 18/04

L'Autore

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Giornalista pubblicista e assistente di redazione. Dagli studi linguistici rimbalza a quelli di ingegneria e approda nel digital marketing, attraverso un processo di liberazione cinetica. Performer in una galleria di Pietrasanta, conosce nel 2019 il direttore di AW ArtMag a cui si lega professionalmente, unendo la sindrome di Stendhal per Boltanski all’esaltazione per l’editing. In ufficio, è tête-à-tête col pc. A casa, guarda dalla finestra, pensa, scrive e progetta il prossimo reportage.

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