Nell'ultima produzione l'artista si interroga sul destino dell'umanità
È in atto alle Scuderie Granducali la personale di Stefano Ruggia “Black Omen” a cura di Alessandro Bertozzi. Nel titolo è celata la duplice verità di cui l’esposizione si fa portavoce: da un lato le opere del ciclo “nero” dell’artista, dall’altro l’oscurità di un presagio sul nostro destino biologico e iconografico. Le composite isole alla deriva che formano questa serie si svelano in agglomerati di microscopici oggetti resino-vinilici che sono tra i lavori più noti: questi i simboli della corsa sfrenata al consumismo, dell’apatia sociale e demagogica, delle controversie sociopolitiche, di quella cultura massificata e globalizzata propria del 21° secolo, in balìa degli eventi naturali più di quanto si potesse pensare.
Nei lavori in mostra i simboli del consumismo dell'apatia sociale della cultura di massa
Scorie iconiche del nostro tempo che determinano l’identità culturale oltre l’immaginabile lasceranno il posto ad altre a venire, certe che non verranno mai dimenticate. E se non fosse così? Destinati comunque all’oblio nel rispetto di un procedere in avanti che raramente lascia spazio al difetto, saremo stati abbastanza saggi o persino sconsiderati ma comunque degni d’esser ricordati tra cento anni per ciò che realmente siamo? E tra cinquecento, mille, centomila? Gli uomini del futuro salveranno qualcosa di noi, o guarderanno con incertezza e distacco alla nostra società aliena ancora dietro a idoli senza senso? Al cospetto di un intervallo inimmaginabile per la storia dell’uomo - considerando solo quella tramandata che al momento abbraccia più o meno 10.000 anni - quale sarà il loro giudizio su una così bizzarra e multiforme accozzaglia di rifiuti ai quali diamo un’importanza vitale per la nostra esistenza? “Black Omen” è dunque una riflessione immediata su quanto ci qualifica come società e come individui, nella volontà di chiarire chi siamo davvero e se stiamo davvero facendo un buon lavoro. Non fra centomila anni, adesso.
Ruggia
Black Omen
Scuderie Granducali
Seravezza
A cura di
Alessandro Bertozzi
Fino al 3/11