Mara Fabbro e Alberto Pasqual cercano di sensibilizzare sul rapporto uomo/ambiente attraverso l’uso del materiale plastico. L’ex Ospedale dei battuti ospita la mostra “È per sempre” che si apre con l’installazione La fine del pesce: un labirinto ricavato da un mare di borse di plastica, in cui soffocamento e speranza di rinascita si incontrano. Al secondo e terzo piano dell’edificio le personali dei due autori.
Un linguaggio che per la Fabbro è fatto di pixel che rivelano tracce di città, mappe e paesaggi. Pasqual propone un lavoro in cui il fuoco plasma la materia, con incursioni nell’arte ottica e cinetica. Fino al 25 ottobre. In catalogo testi di A. Santin, G. Centazzo, L. Gava, M. Setaro Chaniac.