Corpus Marinae - Londra, alla Royal Academy è di scena Marina Abramovic

In rassegna anche sculture e installazioni, oltre alle più note performance

Storie di corpi. Pagine e tele al posto della carne, inchiostro e pittura invece del sangue: le vicissitudini di chi ci ha preceduto giungono per lo più scritte o disegnate. Così è naturale confondere la storia di una persona che si trova in quel punto confuso al di là dello spazio e del tempo, al di là della nebbia del ricordo, con la storia della sua mente. Descritti i pensieri, descritte anche le sue azioni, solo un incantesimo, quell’illusione che chiamiamo arte, può simulare la presenza di chi non c’è più.
L’arte cristiana, quella cattolica in particolare – a maggior ragione in Italia – ci ricorda invece che la storia di una persona è anche, e forse soprattutto, quella del suo corpo: il corpo assente del Salvatore all’alba della resurrezione, il suo corpo transustanziato nel pane durante l’eucarestia, il corpo di ognuno di noi (per chi ci crede) nell’orizzonte crepuscolare della resurrezione.

LA SUA ARTE FIN DALLE PRIME PERFORMANCE È LA STORIA DI UN CORPO, IN PARTICOLARE IL SUO

L’incarnato, l’olio su tempera, la prospettiva, infiniti dibattiti sull’imitazione, non sono in fondo che tentativi di rispondere a una domanda: come reificare la presenza reale di chi non c’è più? Come trasformare l’assenza in presenza?
Marina Abramovic ́, a volte in modo esplicito, altre implicito, ha da sempre attinto a piene mani dall’iconografia cristiana. In alcuni casi, addirittura, le sue performance sembrano seguire le orme di alcune mistiche, come Caterina da Siena o Angela da Foligno. 

GIÀ CON LA PERFORMANCE THE ARTIST IS PRESENT SEMBRA TESTARE I LIMITI DELLA SUA ESPERIENZA E DELLA SUA TRASMISSIBILITÀ

Le visioni e le estasi di quest’ultima furono raccontate e raccolte in un volume dal titolo significativo, Il Libro dell’Esperienza. La parola esperienza racconta tutta la difficoltà di parlare di qualcosa che si sta vivendo: come rompere il muro che separa chi sta vivendo l’esperienza, chi la sta raccontando, da chi la sta ricevendo in modo mediato? Come parlare di un corpo che non si può toccare? Storie, appunto; storie che a volte sono racconti, mentre altre sono esperienze vissute.

VERRANNO PERIODICAMENTE CAMBIATE LE PERFORMANCE DELLA MOSTRA, GRAZIE A GIOVANI ARTISTI ISTRUITI DALLA STESSA ABRAMOVIC ́

Storia di un corpo, in particolare: il suo. Fin dalle sue prime performance, come Rhythm 0, in cui gli spettatori erano invitati a interagire liberamente con lei mentre lei stessa cercava di reificare la propria presenza oggettificandosi, fino alla famosissima The Artist is Present, l’arte di Abramovic ́ sembra testare i limiti dell’esperienza e della sua trasmissibilità. Con l’eponima retrospettiva alla Royal Academy a Londra, Marina Abramovic ́, dal 23 settembre al 1 gennaio, si avrà occasione di vedere anche opere non strettamente riguardanti le performance dell’artista serba, come sculture e installazioni. Soprattutto, verranno periodicamente cambiate le performance della mostra, grazie a giovani artisti istruiti dalla stessa Abramovic ́.

 

Immagini fornite direttamente dall’ufficio stampa del Royal Academy of Arts di Londra per la recensione della mostra Marina Abramovic ́ – 23 settembre 2023/01 gennaio 2024.

L'Autore

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Traduttore per diverse case editrici italiane, collabora con AW ArtMag per la recensione dei più interessanti libri d’arte pubblicati all’estero e ancora inediti in Italia.

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