In rassegna 50 opere a illustrare il suo lungo percorso artistico dagli anni '50 agli anni 2000
Milano celebra Enrico Baj nel centenario della nascita (era venuto alla luce nel capoluogo lombardo il 31 ottobre 1924) con un'ampia retrospettiva, intitolata "BAJ. Baj chez Baj", che si tiene nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale fino al 9 febbraio 2025, a cura di Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj (catalogo Electa).
Questo nostro maestro dell'avanguardia italiana e internazionale ritorna, a distanza di cinquantadue anni, nello stesso spazio dove espose I funerali dell‘anarchico Pinelli, suggeritigli dalla Guernica di Picasso, ospitata proprio lì nel 1953 e ammirata, in tale circostanza, dallo stesso Baj.
L'attuale esposizione accoglie i visitatori nella Sala del Lucernario con la ricostruzione scenografica di quella Apocalisse, avviata nel 1978 e da quel momento arricchita di stimolanti capitoli fino al 2000. E non è un caso che la sua Apocalisse in continuo divenire faccia da introduzione alla cinquantina di opere che distillano il personale percorso creativo dalla metà del '900 all'alba del nuovo secolo.
Infatti, già il movimento nucleare, fondato insieme a Sergio Dangelo nel 1951, affrontava il problema di una catastrofe atomica che, in quel clima di guerra fredda, rischiava di sconvolgere l'umanità. Proprio per tale motivo nasceranno quelle figure ectoplasmatiche che in seguito si trasformeranno anche nei generali depositari di un sinistro potere. Questi troveranno un corrispettivo nelle dame ridondanti di ostentata vacuità.
L'ironia, il grottesco e il dramma convivono e si rincorrono nel percorso creativo di Baj, come dimostra l'allestimento scelto per la Sala delle Cariatidi, dove le opere del periodo nucleare sfociano negli ultracorpi prima di affrontare i temi dei generali, del meccano, dei mobili, degli specchi, delle dame classiche e di quelle idrauliche della sua ultima stagione.
In contemporanea con la mostra milanese, è in atto anche un’altra rassegna dedicata all'opera ceramica di Baj al Museo della Ceramica di Savona, con una sezione al MUDA (Museo Diffuso Albisola) di Albissola Marina, nel Centro Esposizioni e a Casa Museo Jorn. Ed è importante che in tale circostanza compaia il nome di Albissola: proprio qui, nel 1954, trova Asger Jorn in occasione degli Incontri internazionali della ceramica, concepiti da quest'ultimo, che gli faranno sorgere l'amore per la manipolazione delle terre e il piacere di nuove sperimentazioni.