A un mese dalla scomparsa, il ricordo di Silvio Saura di Barbara Rose. Storica, critica, docente all’American University, corrispondente di Art Forum e per lunghi anni di ARTEiN, la rivista diretta dal nostro direttore fino a settembre 2020
Il primo incontro a Forte dei Marmi. Le frequentazioni a New York, Madrid e Venezia
Conobbi Barbara Rose da bambino, un’estate di una trentina di anni fa. Eravamo al bagno Costanza di Forte dei Marmi, vengo presentato a questa signora dall’accento strano e dal cappello a tesa larga.
Per me si trattava solo di una delle varie amicizie dei miei: gente fuori dal comune, che ospitavano in estate nella villa in Versilia, dove si parlava di arte e di mostre, di viaggi e di libri.
Anni dopo, nella bibliografia per un esame universitario leggo il suo nome e mi dico: “ma io la conosco”. Vuoi per empatia, o per vicinanza, comincio a leggere i suoi libri. Ma sono troppo giovane e non ci capisco nulla. Mi mancano ancora strumenti e conoscenze.
Nel 2005 ci ritroviamo a Madrid, lei seguiva con la sua dirompente energia e la sua pungente critica tutte le mostre in città. Le chiedo di leggere alcuni miei testi e lei me li smonta, che oggi, a distanza di tre lustri, devo ancora rimontarli.
Poi, eravamo di nuovo assieme a New York, due anni piu’ tardi per l’esposizione di José Manuel Ballester, alla Charles Cowles Gallery e quindi di nuovo a Madrid.
Seguono altri incontri alle Biennali di Venezia e ad altri eventi: continuavamo a parlare degli stessi argomenti di vent’anni prima. Perché con lei e per lei, non si andava mai abbastanza in profondità.
Grazie, Barbara, RIP.
Silvio Saura
Direttore editoriale
AW ArtMag