“Antonio Canova e il neoclassicismo a Lucca” è la rassegna organizzata da Contemplazioni e curata da Vittorio Sgarbi. La mostra si articola in otto sale tematiche, che si susseguono attenendosi a un medesimo schema. In ciascuna, l’attenzione è rapita in prima istanza dai bozzetti in gesso a grandezza naturale del maestro, tutti provenienti dalla Gypsoteca di Possagno, sua città natale. Intorno ai lavori si susseguono, fungendo quasi da corona, i dipinti di artisti meno noti. Insomma, una centralità spaziale oltre che contenutistica il cui preciso obiettivo va oltre la maggiore possibilità di attirare turisti. Canova non viene proposto come modello per gli altri autori; non vi è una diretta influenza del rinomato sull’ignoto, piuttosto un rapporto sincretico, una visione dall’alto, che illustra come una tendenza durata circa un secolo si sia sviluppata in maniera differente nelle varie parti d’Italia.
Tra gli artisti esposti, anche alcuni tra i più noti del neoclassicismo italiano. Per esempio, il pittore Pompeo Batoni, protagonista della prima sala, o lo scultore Lorenzo Bartolini. Il punto di forza dell’esposizione rimane la ricerca artistica dei meno celebri, dei più artisticamente emarginati, ammaliati dall’amore per il classico nella seconda metà del ‘700.
Un altro punto a favore dell’allestimento è l’uso sapiente della luce che valorizza i larghi spazi dell’ex Cavallerizza e riesce, scagliandosi sulle sculture, a frammentarle in ombre stagliate sulle pareti che assumono quasi la funzione di opere ulteriori.
In conclusione, questa visita risulta un’esperienza esteticamente gradevole, grazie agli effetti luminosi, al modo in cui le opere sono disposte e, soprattutto, intellettualmente gratificante. Permette non solo di confrontarsi con grandi maestri ma anche di conoscere e apprendere un sottobosco culturale che dialoga con il proprio territorio.
Antonio Canova e il neoclassicismo a Lucca
Lucca
Cavallerizza di Piazzale Verdi
A cura di Vittorio Sgarbi
Fino al 29/09