È DI SCENA IL FUTURO

19 Giugno 2021

Milano. La Galleria Antonio Battaglia omaggia Enzo Spadon con una collettiva di giovani talenti

 

“Accademie & dintorni” è il titolo della rassegna presentata venerdì dalla Galleria Antonio Battaglia che fino al 30 luglio accompagnerà l’estate culturale milanese. Un appuntamento per conoscere i lavori di quattro nuove leve dell’arte che, dal diploma all’accademia di Brera, si sono fatte strada. Curata da Catia Spadon, l’evento intende omaggiare Enzo Spadon, storico fondatore della Galleria Morone, recentemente scomparso.

Dopo la lunga chiusura dovuta alla pandemia, vede la luce il ricordo del gallerista che si interessò al percorso di questi giovani emergenti e decise di inserirli nel programma espositivo a fianco di nomi già affermati nel panorama internazionale, incontrando l’interesse del critico Claudio Cerritelli, che dagli anni ’90 li segue e li sostiene.

È di scena, quindi, un dialogo tra passato e presente che conferisce continuità allo spirito pionieristico e appassionato di Spadon, il quale amava valorizzare il talento.

Dalla pittura alla scultura, Giovanna Bolognini, Piermario Dorigatti, Ayako Nakamiya, Tetsuro Shimizu presentano le loro opere in questa speciale collettiva dopo le tradizionali mostre dei “Saloon”, dedicate agli allievi più promettenti alla fine di ogni anno accademico.

Il testo in catalogo di Claudio Cerritelli è una fondamentale guida per il fruitore nell’esplorazione delle abilità e delle singolarità degli artisti esposti, traducendone le atmosfere sensibili e rivelandone chiavi di lettura e sfumature profonde. Dunque, non lasciamoci scappare l’opportunità di varcare un portale sul futuro raccogliendo l’esempio di un uomo che del futuro ha fatto un’arte.

 

Accademie & dintorni

Galleria Antonio Battaglia

Milano

A cura di Catia Spadon

Fino al 30 luglio

Testo in catalogo di Claudio Cerritelli

L'Autore

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Giornalista pubblicista e assistente di redazione. Dagli studi linguistici rimbalza a quelli di ingegneria e approda nel digital marketing, attraverso un processo di liberazione cinetica. Performer in una galleria di Pietrasanta, conosce nel 2019 il direttore di AW ArtMag a cui si lega professionalmente, unendo la sindrome di Stendhal per Boltanski all’esaltazione per l’editing. In ufficio, è tête-à-tête col pc. A casa, guarda dalla finestra, pensa, scrive e progetta il prossimo reportage.

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