Roma • Una originale pièce al Palladium
Di Nicoletta Zanella. Una sera di maggio, anni '50, Roma è raggiante. "Nell'aria un profumo, una luce rosata che annuncia l'estate. Gli amici arrivano e se ne vanno: c'è Carla (Accardi), c'è Toti (Scialoia), il buon Piero (Dorazio), Achille (Perilli) e tutta la banda". Siamo al caffè Rosati, in piazza del Popolo. In realtà ci troviamo sì a Roma, ma al giorno d'oggi, al teatro Palladium, e questo è l'incipit di Afro Poièsis: "Commedia in un atto e dieci quadri con quattro voci e orchestra". L'originalissima pièce, voluta da Mario Graziani, anima della fondazione Afro Basaldella è nata da un lavoro corale di scrittura, musica, canto e motion graphics. I ricchi e intriganti dialoghi che la animano, ideati dalla storica dell'arte Barbara Drudi, "nascono da fonti documentarie e studi approfonditi sul lavoro di Afro" e pur se "il testo potrebbe apparire a tratti oscuro al grande pubblico" secondo l'autrice, lo spettacolo resta godibile anche per chi abbia un approccio meno strutturato. Un omaggio al lavoro di un artista del '900 che ha saputo cavalcare le impennate della storia, nutrendo le profonde radici che gli derivavano dalla sua terra, pur senza trattenersi nel passato.
Interessato al rinnovamento in una linea di ricerca coerente e individuale, ha abbracciato la poetica dell'Informale conquistandosi un posto tra i grandi artisti internazionali. Ad Afro sono state dedicate monografie, studi e mostre in musei prestigiosi ma mai si era immaginato di mettere in scena i suoi lavori e la sua vita a teatro. Con un Ensemble magistralmente diretto da Stefano Cucci, ottime voci liriche a interpretare i quattro amici sul palcoscenico, cioè Afro stesso, Pierpaolo Pasolini, Amelia Rosselli e Alma Mahler, le animazioni dei 10 dipinti scelti e la regia di Cesare Scarton, lo spettacolo ha ottenuto gli applausi meritati.