Addio Hermann

20 Aprile 2022

Lutto nel mondo dell'arte per la scomparsa di Nitsch

A Venezia, la prima mostra postuma presso lo spazio Zuecca Projects

Hermann Nitsch muore a 83 anni in un ospedale di Mistelbach. Il grande artista, dagli anni '60 protagonista dell'azionismo viennese, dedica la sua ricerca alla liberazione dell'individuo da dogmi e tabù imposti e autoimposti dalle frontiere culturali dell'essere e dall'etica razionale, suscitando in più occasioni scalpore e indignazione nell'opinione pubblica. Sangue, carcasse di animali sventrati, interiora, olio, uova entrano nelle sue opere assieme a corpi nudi, indumenti sacerdotali e oggetti liturgici, radicalizzando una poetica tra le più dibattute – ancora oggi – del '900. Sezione aurea del suo lavoro è il teatro totale, in cui l'arte assume il significato di rappresentazione dell'esperienza umana universale. Nel castello di Prinzendorf, acquistato nel '71 in Austria, coronerà il Teatro delle orge e dei misteri, un lavoro portentoso elaborato dalla fine degli anni '50, dal forte connotato psicanalitico. Qui, performer e pubblico sono chiamati a prendere parte ad azioni rituali che assumono un ruolo catartico abreattivo, volte all'elaborazione diretta di esperienze traumatiche soffocate nell'inconscio perché inaccettabili. La sollecitazione sensoriale a cui sono sottoposti coinvolge tutti e cinque i sensi attraverso suoni, colori e azioni e si sviluppa secondo una logica formale, essenziale allo sblocco emotivo. Affascinato dal tachisme e dall'action painting, l'artista attribuisce al gesto del dipingere, così come avviene nell'informale, una propria valenza, con risultati di grande impatto visivo. A testimoniarlo è la rassegna “Hermann Nitsch: 20th painting action”, organizzata da Zuecca Projects alle Oficine 800, in occasione della 59esima Biennale di Venezia. Sull'isola della Giudecca, infatti, in questi giorni, sono presenti 52 opere facenti capo all'intera Malaktion dell'87. Gli scenari cruenti danno luogo, negli anni, a una difficile ricezione da parte del pubblico portato a scambiare per esortazione alla violenza un invito alla purificazione dalla stessa attraverso l'estetica della sostituzione, indirizzando, piuttosto, una riflessione sulla sofferenza come componente drammatica, inevitabile dell'esistenza. I riferimenti alla genesi e alla passione sono volutamente compresenti e sovrapposti, due elementi inseparabili come la vita e la morte. L'ingrediente dionisiaco, naturale, primordiale non contrasta, bensì completa quello spirituale nei lavori che raggiungono una complessità concettuale lontana dall'autocompiacimento. Il linguaggio di Nitsch appare semanticamente stratificato, dal pensiero di Schopenhauer a quello di Nietzsche, da Wagner ad Artaud a Freud, attraverso una profonda ricerca sui simboli arcaici e religiosi per colmare in una resa scioccante, mai banalizzata dalla provocatorietà fine a se stessa. Contestato, processato, condannato, trova, dagli anni '70 in Giuseppe Morra, gallerista ed editore dei suoi scritti, un amico e sostenitore, il quale ospiterà in più occasioni le sue performance. Nella stessa città, Napoli, è istituito un museo a lui dedicato, dove, nel 2020, ha luogo la sua ultima aktion, Sinfonia Napoli. Sul sito della fondazione, in segno di lutto, secondo le ultime volontà del Maestro, è trasmessa la Sinfonia n.7 in la maggiore Op. 92 di Ludwig van Beethoven.

L'Autore

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Giornalista pubblicista e assistente di redazione. Dagli studi linguistici rimbalza a quelli di ingegneria e approda nel digital marketing, attraverso un processo di liberazione cinetica. Performer in una galleria di Pietrasanta, conosce nel 2019 il direttore di AW ArtMag a cui si lega professionalmente, unendo la sindrome di Stendhal per Boltanski all’esaltazione per l’editing. In ufficio, è tête-à-tête col pc. A casa, guarda dalla finestra, pensa, scrive e progetta il prossimo reportage.

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