A più di trent’anni dall’ultima rassegna, Palazzo Reale dedica a Giorgio Morandi una grande retrospettiva: “Morandi 1890-1964”, a cura di Maria Cristina Bandera. 120 opere ripercorrono l’intera carriera dell’artista, dal 1914 al 1963, attraverso prestiti provenienti da istituzioni pubbliche e da collezioni private, a partire da quelli del Museo Morandi di Bologna fino alle raccolte milanesi della Pinacoteca di Brera, del Museo Novecento, della Galleria d’arte moderna, di Villa Necchi Campiglio - FAI Fondo Ambiente Italiano. Il percorso espositivo segue un criterio cronologico che ripercorre l’intera carriera dell’artista attraverso cinquant’anni di attività. Le opere esposte documentano l’evoluzione stilistica del maestro, dalla variazione dei temi prescelti - natura morta, paesaggio, fiori e più rare figure - alle diverse tecniche adottate: pittura, acquaforte e acquerello. Si susseguono 34 sezioni che evidenziano il primo contatto con le avanguardie, tra cézannismo, cubismo e futurismo, l’accostamento alla metafisica, il ritorno al reale e alla tradizione attraverso la rappresentazione di oggetti comuni che riacquistano una verosimiglianza prospettica e plastica, fino alle sperimentazioni degli anni ‘20. Una parte della mostra è dedicata all’incisione e alla pittura tonale che anticipano le variazioni tematiche ed espressive intraprese dagli anni ‘30 agli anni ‘50, dirigendosi verso una progressiva semplificazione stilistica. A metà percorso, un’installazione video, realizzata in collaborazione con il Museo Morandi, ripropone al visitatore la camera-studio di via Fondazza a Bologna, oggi museo, dove l’artista visse e lavorò fino ai suoi ultimi giorni. In conclusione, troviamo un focus sul rapporto tra astrazione e realtà che il pittore accentua al culmine di una costante e personale indagine della rappresentazione del reale. Sosteneva Morandi: “Non vi è nulla di più surreale, nulla di più astratto del reale”. Una delle più ampie e complete monografiche, per estensione e qualità delle opere, dedicate al pittore per celebrare il rapporto elettivo che da sempre lo lega alla città di Milano, permette al visitatore di intraprendere un viaggio attraverso la produzione di un artista senza tempo.