Il coraggio di osare. Viaggio nel mondo incantato di Stefano Bombardieri

NEL SUO BESTIARIO, ANCHE POSSENTI
RINOCERONTI IMBRAGATI E SOSPESI
NELL'ARIA CON INSOLITA LEGGEREZZA


Il mondo dell’arte, ormai abituato ad affrontare situazioni che colgono di sorpresa l’immaginario della gente, deve fare i conti da qualche lustro con le composizioni di Stefano Bombardieri che sconvolgono certe logiche comportamentali dal momento che egli esibisce una realtà tradotta in situazioni surreali, o dove la catastrofe subisce un ribaltamento nell’approccio contemplativo. Non altrimenti potremmo considerare i possenti rinoceronti imbragati e sospesi nell’aria con insolita leggerezza, o un Icaro Transport precipitato sulle case, o i capitelli franati al suolo da cui sembrano scaturire e rinascere. Il tutto viene esaltato dalla straordinaria capacità narrativa ed esecutiva dell’autore che propone strutture dalla matrice iperrealista. Non a caso Bombardieri, nato a Brescia nel 1968, impara nel laboratorio del padre Remo, a sua volta impegnato in una attività scultorea, l’uso e la sperimentazione di varie tecniche su materiali disparati, impegnandosi a modellare figure secondo le linee guida dettate da un ‘900 che ha ricevuto un importante impulso innovativo dal futurismo di Umberto Boccioni e di Giacomo Balla. Da lì parte e si evolve il Bombardieri che conosciamo, che si considera un minimalista e un concettuale e sintetizza tutto il suo percorso nella frase “il coraggio di osare”. Infatti, da un lato le sue opere vivono nell’essenza di una rappresentazione che colpisce l’attenzione di chi guarda per lasua perentorietà e immediatezza: il messaggio vale per ciò che propone; d’altro canto, l’immagine vale in particolare per tutto quello che intende trasmettere all’osservatore al di là o dopo la sorpresa del primo approccio.

ELEFANTI, BALENE, COCCODRILLI SUPERANO LA DIMENSIONE
NATURALISTICA PER TRAVALICARE IL PENSIERO


D’altronde gli ippopotami, i gorilla,gli elefanti, le balene, i coccodrilli raffigurati in ogni dettaglio superano la dimensione naturalistica per travalicare il pensiero, per entrare in una dimensione non contemplata dalla consuetudine. A partire dagli anni ’90, Bombardieri ha esposto i risultati del suo impegno esecutivo in prestigiosi spazi pubblici e in gallerie private in Italia e all’estero. E numerose sono anche  le imponenti installazioni in spazi urbani che hanno riguardato in particolare le città di Ferrara, Faenza, Bologna, Saint Tropez, Potsdam. Ripercorriamo ora alcune tappe tra le più significative della sua carriera fino a oggi: nel 2007 è invitato alla 52a Biennale di Venezia, l’anno successivo installa uno dei suoi tipici rinoceronti in perenne sospensione aerea sul muro del Parco di Portofino; il 2009 è invece caratterizzato da “The Animals Countdown”, un evento che  vede Pietrasanta occupata dai suoi animali: tre cetacei appesi per la coda conquistano Piazza Duomo, mentre altri suoi tipici interpreti emergono dal gioco di luci e ombre all’interno del complesso di Sant’Agostino.

OPERE CHE COLPISCONO L'ATTENZIONE DI CHI GUARDA
PER LA LORO PERENTORIETÀ E IMMEDIATEZZA


Nel 2011 è ancora presente alla Biennale veneziana e nel 2013 aderisce al gruppo “The Italian Wave” con cui espone in Turchia, Grecia, Romania e Lituania. E così via fino a toccare il recentissimo approdo all’Erarta Museum di San Pietroburgo con la rassegna “The boy and the elephant”, che prende spunto dall’opera caratterizzata da un bambino colto nell’atto di trattenere in aria un elefante, oppure di tradurlo in elemento di estrema leggerezza alla stregua di un palloncino da sospendere nel cielo. Questo, dunque, è il terreno creativo di Stefano Bombardieri che diventa anche il nostro se ci lasciamo coinvolgere dall’incontro con le rinnovate sorprese di una incombente stupefazione.

L'Autore

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È nato a Genova e vive a Pegli con uno sguardo ai monti e uno al mare dal cui contrasto nasce l’ispirazione. Si occupa d’arte contemporanea da più di quarant’anni avendo avuto la fortuna di conoscere e di frequentare importanti artisti come Enrico Baj, Arnaldo Pomodoro e  Fernando Botero, tanto per citarne alcuni, cercando di indagare l’intima motivazione del loro gesto creativo da riversare nei testi di presentazione di mostre in spazi pubblici e privati italiani e stranieri. Dice che è stata pure una fortuna incontrare il direttore che ormai da diversi lustri accoglie e pubblica i suoi articoli.

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