Immaginando la rivista che non c'era

È nata AW ArtMag

Mala tempora currunt. Sì, stiamo vivendo tempi difficili. Lo sono per la salute fisica e psichica, per l’economia, per la tenuta sociale. È crisi planetaria. In un mondo che non è più lo stesso, che cambia e non sappiamo come, per non soccombere abbiamo deciso di cambiare noi per primi. Anziché lasciarci sopraffare dalla paura che immobilizza, abbiamo provato a reagire inseguendo un sogno. Affidandoci alla forza travolgente dei sogni. Ci siamo messi a immaginare la rivista d’arte che non c’era, quella che ci sarebbe piaciuto avere fra le mani, da leggere, sfogliare, accarezzare, annusare, perfino; quella che ci potesse sorprendere e far pensare, che, possibilmente, fosse utile e anche bella. Le nostre parole guida sono state - e sono - vita, rinascita, futuro. Così, giorno dopo giorno, idea dopo idea, con il contributo di collaboratori entusiasti e con la fattiva generosità di amici artisti e galleristi, è nata AW ArtMag. Nel sottotitolo, la dichiarazione di intenti: Art Who What Where When Why. Abbiamo preso spunto dalle cinque W del giornalismo inglese (chi che cosa dove quando perché) per ricordare a noi stessi di comunicare sempre in una maniera chiara, diretta, semplice ed esaustiva. Per stare alla larga dall’autocompiacimento, dalla retorica, dalla vacuità fatta di frasi altisonanti quanto vuote di tanti – troppi - critici, che meno si fanno capire e più sembrano contenti.

A ogni W corrispondono all’interno altrettante rubriche con lo stesso nome per orientare i lettori verso una rapida ricerca delle informazioni. Ovviamente, abbiamo inserito diverse altre sezioni - per esempio: Spotlight per il servizio di copertina, Coffee break per l’intervista, Topic per il tema di attualità - espresse direttamente in lingua inglese: nessuna modaiola concessione all’esterofilia, soltanto si tratta di termini ormai entrati talmente nel linguaggio comune che ci sarebbe parso un esercizio di pedanteria tradurre. Del resto, AW ArtMag nasce con una vocazione internazionale nei contenuti, nella diffusione nelle edicole straniere, nel bilinguismo dei testi.

Una rivista senza frontiere, dunque - la cultura non può né deve averne - ma dal cuore profondamente, orgogliosamente italiano. Latino, anzi, come sottolineano le pagine di Focus e (parafrasando Cartesio) di Dubito, ergo cogito.

Certo, le ambizioni sono elevate, il rischio di una nuova avventura editoriale in un periodo di pandemia egualmente elevato. Ci sentiamo un po’ visionari, un po’ folli. Per Erasmo da Rotterdam, le idee migliori vengono quando ci si trova in quello stato. Speriamo proprio che abbia ragione

L'Autore

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Nella sua geografia dell’anima ha Venezia, la città natale, nel cuore e la Versilia eletta a buen retiro. Quando nell’adolescenza le chiedevano che cosa avrebbe desiderato fare da grande, rispondeva sicura: viaggiare e scrivere. Così, per raggiungere lo scopo, si è messa a studiare lingue prima, lettere poi.  E sono oltre 30 anni che pubblica romanzi, saggi, scrive articoli, gira per il mondo. Ci sono tre cose - dice - di cui non può fare a meno: il mare, la scrittura, il caffè. Ah: è il direttore responsabile di AW ArtMag.

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