La Fantasia Del Mondo Alle Pareti - L’opera D’arte: Non Solo Bene Rifugio

La bottega dell’intelligenza sembra, ormai, in larga parte svuotata. Non c’è solo il problema di una politica in eterno fuorigioco. Si avverte un certo appiattimento culturale che porta, ad esempio, ogni fiction a un costante, eterno riprodursi. In principio fu “Beautiful” a proporsi come un mantra quotidiano, oggi ci sono serie tv offerte in carta patinata con numeri di serie: 2,3,4,5, finché il pubblico ne ha voglia, finché l’audience sia in grado di reggere. Ma dallo schermo di casa arrivano oggi altri segnali, direi controversi. Sono in tanti a mettersi in fila per bussare al tuo cuore. Quote mensili da pagare per lontane assistenze pediatriche e, poi, stimoli e sollecitazioni per lasciti, testamenti, disposizioni, ultime volontà legate ad associazioni e fondazioni sicuramente nobili e prestigiose che mettono, ormai, a nudo, senza troppa pietà, le patologie del disagio. Un costante richiamo alla gestione del tuo futuro, solcato, tra l’altro, spesso, anche da mutui, cambiali e debiti, come se il presente non fosse già così impegnativo. Per non parlare del passato, zeppo di ricordi ma anche di lutti e di dolori. 
Ma chi può, nel limite della capienza delle proprie tasche, illumina il suo futuro anche con i beni rifugio e, tra questi, in prima fila con gli acquisti legati all’arte. Da qualche, ulteriore recente studio sembra che uno degli stimoli fondamentali all’acquisto di un’opera sia, soprattutto, oltre all’eterna speranza che il suo prezzo cresca, anche la facilità della sua trasmissibilità ereditaria.
Il quadro, spesso, nelle famiglie non ha particolari vincoli burocratici, non richiede l’onere di significativi diritti di seguito. Resta lì, attaccato al muro, con il suo perenne, eterno messaggio, per riproporre accanto alla forza di un artista quella di un ricordo familiare. Per ricordare i contorni di un acquisto, di una scelta, di uno spazio scenografico nel quale collocarlo, con aneddoti di altre generazioni che si perdono nel tempo.
Ecco, in una società solcata da un eterno tam-tam mediatico, l’opera d’arte, con la sua dirompente realtà creativa, con il suo messaggio di fede e di speranza resta un rifugio naturale, un’oasi di amore e di bellezza che, con sé, contempla mille altri ambiti, economici e immateriali. È qualcosa che, da secoli, al di là delle mode, vuol dire fissare la fantasia del mondo e far bene, soprattutto, a se stessi. Senza dimenticare, ovviamente, la doverosa necessità di far bene agli altri.

L'Autore

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Custodisce mille interessi. Giornalista, saggista, medico chirurgo plurispecialista, ma soprattutto napoletano, il mestiere forse più difficile e complesso. Ama la vivacità culturale, le tesi in penombra, la scrittura raffinata e ribelle. Ma ama anche la genialità del calcio e la creatività dell’arte. Crea le sue rubriche settimanali su alcuni quotidiani nazionali muovendosi sul pentagramma del costume, dei new-media, della cronaca. È stato più volte senatore e parlamentare della Repubblica perché era affascinato da quella battaglia delle idee che oggi sembra, apparentemente, scolorirsi.

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