19 installazioni, alcune dalle dimensioni colossali, indagano il rapporto tra credere e vedere
L’artista argentino, Leandro Erlich, debutta in Italia con una personale che sta già registrando un’affluenza record. Come possa essere riuscito a portare nei musei un milione di visitatori nelle ultime due occasioni espositive a Buenos Aires e a Tokyo, lo si comprende già dalla prima opera posta all’interno del cortile di Palazzo Reale: Bâtiment, un’installazione nata nel 2004 a Parigi e qui riproposta. Erlich ha disposto uno specchio inclinato e appeso a mezz’aria sopra la ricostruzione della facciata di un palazzo. Tra balconi, finestre e cornicioni non manca proprio nulla e il pubblico interagisce con l’opera assumendo posizioni inverosimili che, una volta specchiate, sembrano raccontare una defenestrazione collettiva. Non a caso si tratta del lavoro comparso con maggior frequenza su instagram negli ultimi mesi. Il pubblico accorre alla balconata per farsi vedere dagli amici alle prese con evoluzioni acrobatiche.
OLTRE UN MILIONE DI SPETTATORI HANNO GIÀ VISITATO LE PRECEDENTI MOSTRE A BUENOS AIRES E TOKYO
Altre 18 installazioni indagano il tema della percezione e della distanza tra credere e vedere. Si susseguono giochi di illusioni composti da ascensori che non portano da nessuna parte (Elevator Pitch), da visitatori che vogliono spiare senza essere visti (The View), da dimensioni fisiche esagerate di chi prova a salire la surreale scalinata a chiocciola in Staircase. Ricorrente l’utilizzo di oggetti e scenari quotidiani stravolti per indurre nell’osservatore uno stato di shock. Sembra di stare all’interno di un esperimento in cui si è consapevoli di essere visti da altri e questo limita ma al tempo stesso fa capire di trovarsi in un contesto dove non valgono le regole sociali.
SI SUSSEGUONO GIOCHI DI ILLUSIONI COMPOSTI DA ASCENSORI CHE NON PORTANO DA NESSUNA PARTE COME IN ELEVATOR PITCH
Il sovvertimento di forze fisiche e leggi naturali assegna altri significati a concetti come il tempo, il silenzio, il movimento e la paura della morte. Tutto questo è reso possibile tecnicamente da impalcature complesse e trompe l’œil dalle dimensioni colossali a sfondare pareti e aprire finestre verso mondi alternativi. Erlich è artista non etichettabile sotto le voci di pittore, scultore, performer. È artista tout court.