Ai Weiwei a Venezia
La mostra è ospitata nell'abbazia di San Giorgio Maggiore
"Il vetro ha delle possibilità illimitate. È un fuoco bruciante, ma dopo poco diventa un fuoco ghiacciato. È un materiale romantico, da liquido può prendere qualsiasi forma, è colorato o trasparente". Così l'artista cinese Ai Weiwei racconta il suo incontro con il vetro, avvenuto alcuni anni fa dopo una visita alla fonderia di Adriano Berengo, co-curatore della mostra "La Commedia Umana - Memento Mori", ospitata nella magnifica cornice dell'abbazia di San Giorgio Maggiore a Venezia. Fulcro della mostra è La Commedia Umana, un lampadario con un peso di 2700 chili, composto da 2000 pezzi di vetro di colore nero che rappresentano frammenti anatomici di corpi umani, - dalle ossa del bacino al fegato, dal cervello all'intestino - uniti insieme per costruire una struttura unica, alta otto metri e larga sei, dove compaiono alcuni elementi legati alla ricerca dell'artista: granchi, pipistrelli, crani di animali e anche l'uccellino - simbolo di Twitter. Si tratta di una delle opere d'arte in vetro più grandi mai create, realizzata grazie alla combinazione di tecniche tradizionali e sperimentali e impreziosita dall'illuminazione messa a punto da Luce 5, posizionata al centro della navata della basilica di San Giorgio, dopo essere stata presentata per la prima volta in una delle aule delle Terme di Diocleziano a Roma lo scorso marzo.
SPETTACOLARE IL LAMPADARIO,
UNA DELLE OPERE D'ARTE VITREE PIÙ GRANDI MAI CREATE
"Questa vasta scultura sospesa in vetro nero è unica, nulla di simile è mai stato visto o realizzato prima. Parte della sua bellezza rimane un mistero, una tragedia umana, una commedia, suscita un groviglio di sentimenti e suggestioni contrastanti che ognuno di noi deve cercare di sciogliere a suo modo. È un'opera che ci costringe a fare i conti non solo con la nostra mortalità, ma anche con il ruolo che le nostre vite hanno nel grande teatro della storia umana" racconta Adriano Berengo.
LA COMMEDIA UMANA CONSISTE IN UN
LAMPADARIO DI 2700 CHILI CON 2000 PEZZI DI VETRO NERI
"Il vetro, materiale speciale e parte della vita quotidiana, testimonia la gioia, l'ansia e la preoccupazione nella nostra realtà" aggiunge l'artista. Un filo oscuro lega i possibili riferimenti all'attualità, come il cavo metallico che unisce tra loro le ossa in vetro del lampadario: i profughi scomparsi nel Mediterraneo, i morti a causa della pandemia e ora le vittime della guerra in Ucraina. "Bisogna coesistere con la morte, non cancellarla. L'artista ha la responsabilità di concentrarsi sull'umanità e di continuare a chiedere chi sta morendo, perchè e come" sottolinea Ai Weiwei. La mostra prosegue nei locali dell'abbazia di San Giorgio Maggiore, e riunisce otto opere in vetro inedite come Brainless Figure in Glass (2022) un autoritratto concepito attraverso tecnologie digitali e la scultura manuale Glass Root (2022), legata alla lavorazione del legno, dopo la scoperta di resti di deforestazione in Brasile nel 2017. Se risultano notevoli anche Glass Takeout Box (2022) e Glass Toilet Paper (2022), largo spazio è stato dato alle opere eseguite coi mattoncini Lego, tra le quali spiccano la grande Sleeping Venus (After Giorgione) (2022), Know Thyself (2022) e Untitled (After Mondrian) (2022).
Info: comunicazione@berengo.com
Ai WeiWei
La commedia umana
Memento mori
Venezia, Abbazia di San Giorgio Maggiore
A cura di Ai Weiwei, Adriano Berengo Carmelo A. Grasso
Fino al 27/11